Comunicati

Gasparri è il vero black bloc

SE NON FOSSIMO DEMOCRATICI NE INVOCHEREMMO L’ARRESTO PREVENTIVO FINO A DOPO NATALE”

“Gasparri che soffia sul fuoco, che paventa e in realtà  si augura incidenti e scontri, è il vero provocatore di professione, il ‘black bloc’ di questi giorni delicati. Se non fossimo democratici convinti ne chiederemmo con forza l’arresto preventivo fino a dopo Natale”. E’ quanto dichiarano i senatori Pd Roberto Della Seta e Francesco Feerrante dopo che il capogruppo del Pdl in Senato è tornato ad invocare arresti preventivi per gli studenti che protestano. “Il punto – continuano i parlamentari democratici – non è solo che Gasparri non riesce proprio a scrollarsi di dosso il suo Dna di fascista. Il punto è che in questa furia autobiografica finisce per indossare le vesti del vero teppista politico: lui vorrebbe tanto che gli scontri ricominciassero e per eccitare gli animi ricorre a tutto l’armamentario di cui dispone. Se fossimo come lui chiederemmo, a fin di bene, che venga tenuto preventivamente a riposo fino a dopo Natale, invece siamo democratici e ci limitiamo ad augurarci, con scarsissima speranza, che i suoi compagni di partito lo invitino a smettere di fare il ‘black bloc'”.    

 

Forum nucleare: campagna pubblicitaria ingannevole, intervenga il giurì

“E’ pubblicità  ingannevole, è una campagna che si presenta come neutrale e invece è pagata da chi, Enel e Edf in testa, per interesse economico vuole convincere gli italiani che il nucleare è necessario e sicuro”.  E’ quanto dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante sulla campagna di comunicazione pubblicitaria del Forum nucleare, creato da Enel, Edf, e altre aziende interessate al business nucleare per sostenere il ritorno all’atomo in Italia; i due parlamentari ecodem preannunciano sull’argomento un’istanza al Giurì dell’autodisciplina pubblicitaria, che ha il compito di vigilare contro ogni forma di pubblicità  ingannevole.
“Naturalmente è legittimo che Enel e soci promuovano i loro interessi – aggiungono Della Seta e Ferrante – ma tale comunicazione va fatta in modo corretto e trasparente. E’ invece del tutto inaccettabile far passare come neutrale e ‘oggettiva’ un’informazione di parte: per questo chiediamo al Giurì dell’autodisciplina pubblicitaria di richiamare i finanziatori della campagna ai loro doveri deontologici. E’ comprensibile che i fautori di un ritorno all’atomo le tentino tutte per rovesciare l’orientamento d’opinione prevalente che, come indicano tutti i più recente sondaggi, vede nel nucleare una strada antieconomica e insicura. Ma questo – concludono i senatori – non può significare lo stravolgimento di qualunque regola di buona comunicazione”.

Il Pd è finito se il patto di Bersani è conversione centrista

Se il ‘patto per l’Italia’ proposto da Bersani è l’idea di un’alleanza con i centristi e di una rottura con la sinistra che guarda a Vendola, segnerebbe la fine del Pd: non tanto perché spaccherebbe il suo gruppo dirigente, ma perché buona parte del nostro popolo ci abbandonerebbe”.

E’ quanto dichiarano i senatori ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante che aggiungono: “Il Partito democratico è nato per dare voce e risposta alla voglia di cambiamento dell’elettorato di centrosinistra, conquistando a una chiara prospettiva riformista anche tanti elettori delusi, incerti, cosiddetti ‘moderati'”. Per esempio, lo diciamo da ecologisti, è nato per mettere al centro del futuro l’intreccio firtuoso tra difesa dell’ambiente, dei beni comuni, e rinnovamento dell’economia, come avviene tra i progressisti di tutta Europa che su questo guadagnano consensi. Questa è la vocazione maggioritaria: immaginare il Pd come la casa comune dei riformisti italiani. Non si capisce come tutto questo si colleghi alla proposta del segretario Bersani. Delle due l’una: o questo patto propone un’alleanza temporanea con tutti quelli che vogliono portare il Paese fuori dal quindicennio berlusconiano, e allora è complicato escludere dai costituenti la sinistra, oppure ipotizza uno schieramento di governo con Pd e terzo polo, e in questo caso davvero si perderebbe l’ambizione fondativa del Partito democratico. Casini e Fini non sono riformisti, per oltre dieci anni hanno puntellato il potere di Berlusconi, e su tanti temi, a cominciare dall’ambiente, esprimono posizioni decisamente conservatrici”.

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