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Il Governo conferma: esiste una lista segreta con 52 siti per scorie radioattive

Il ministero dello Sviluppo economico conferma che la  Sogin, la società  pubblica che ha il compito di controllare, smantellare, decontaminare e gestire i rifiuti radioattivi, ha  predisposto e trasmesso al Governo, un elenco di 52 aree con caratteristiche adeguate per ospitare i siti per le scorie nucleari, e che questa lista non viene per ora divulgata.
Le aree indicate, con dimensioni di circa 300 ettari e in grado di accogliere i depositi per le scorie di varia gradazione riguarderebbero, tra l’altro, il viterbese, la Maremma, l’area di confine tra la Puglia e la Basilicata, le colline emiliane, alcune zone del piacentino e del Monferrato”.  Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che rendono pubblico quanto esposto nella risposta all’interrogazione parlamentare presentata lo scorso settembre.
“La lista – continuano i senatori del Pd –  viene formalmente classificata come una bozza dal ministero dello Sviluppo economico, che conferma tuttavia come sia ‘un apprezzabile impegno sulla strada dell’individuazione del sito dove realizzare il deposito nazionale’.
Il ministero inoltre aggiunge che l’operatività  della lista è legata al completamento delle nomine dell’Agenzia per la sicurezza Nucleare, che come è noto, dopo un percorso particolarmente accidentato, sono state confermate dal Consiglio dei Ministri lo scorso 28 gennaio. Tutto è pronto dunque per far partire la lotteria delle scorie radioattive, mentre si sta prefigurando quello che da tempo denunciamo, ovvero che in segreto e senza il coinvolgimento dei territori interessati il Governo procede sulla via del  ritorno all’energia atomica a tappe forzate, con i cittadini che si troveranno loro malgrado posti di fronte a scelte già  compiute”.
“La decisione di tenere segreto – concludono i senatori democratici – l’elenco dei siti ritenuti idonei ad ospitare il deposito delle scorie radioattive è del tutto inaccettabile: contraddice infatti l’esigenza di procedere nella massima chiarezza e nel coinvolgimento di tutti gli interessi coinvolti alla scelta dei siti nazionali, oltre ad essere una scelta che già  in passato, ricordiamo Scanzano Jonico, si è dimostrata sbagliata e controproducente”.

Basell: Il Governo intervenga per sbloccare la trattativa

Il Governo metta Basell di fronte alle responsabilità  che ha verso il territorio su cui ha investito e ai lavoratori, che non possono essere lasciati a sè stessi”. à‰ quello che chiedono i Senatori PD Anna Rita Fioroni, Francesco Ferrante e Mauro Agostini in un’interrogazione rivolta al Ministro dello Sviluppo economico, per sapere quali siano gli sviluppi della trattativa in corso tra Novamont e Basell e quali iniziative il Governo abbia assunto dopo il 15 dicembre scorso, data dell’ultimo incontro con i vertici della multinazionale americana, per favorire la positiva conclusione della trattativa e la realizzazione del piano Novamont.
 

“Il polo chimico di Terni – hanno spiegato i Senatori umbri – è per l’Umbria un elemento strategico per migliorare la competitività  del suo sistema produttivo, e il progetto di Novamont, che punta su produzioni innovative e compatibili con l’ambiente, oltre a rilanciare il polo ternano, migliora complessivamente la qualità  del settore chimico italiano e contribuisce allo sviluppo della green economy”.
 

Nell’interrogazione – prosegue la nota stampa dei Senatori PD – chiediamo al Ministro se non ritenga inoltre necessario convocare rapidamente un Tavolo nazionale con tutti i soggetti economici, sociali, istituzionali coinvolti sulla questione del Polo chimico; e se non ritenga opportuno in quella sede raccogliere la proposta della Regione e degli Enti Locali volta ad aggiornare il Patto di Territorio del 2005 e stipulare un Accordo di programma che integri le  risorse pubbliche e private disponibili ad impegnarsi per il rilancio del Polo stesso.
Infine, se intenda esplorare l’eventualità  segnalata dal Commissario Europeo in merito ad una possibile mediazione ad opera dell’organizzazione europea della chimica.

Piano casa: Matteoli perde il pelo ma non il vizio

Il ministro Matteoli, che ha già  firmato come ministro dell’Ambiente i due ultimi e devastanti condoni edilizi nel 1994 e del 2003 torna al primo amore. Non contento di aver contribuito a disseminare l’Italia di case abusive, spesso realizzate in aree pregiate dal punto di vista naturalistico o in zone ad alto rischio idrogeologico, ora da ministro delle Infrastrutture promette agli stessi già  beneficiati dai suoi condoni un nuovo regalo: la possibilità  di aggiungere qualche stanza in più ad ogni edificio condonato. Davvero è il caso di dire che il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Lo dichiarano i senatori del Pd Della Seta e Francesco Ferrante.

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