Comunicati

Ferrovie umbre: pendolari costretti ad odissee quotidiane

OCCORRONO RADDOPPI E AMMODERNAMENTI 

“I cittadini e le imprese dell’Umbria scontano un sistema di trasporti debole e spesso inefficiente, a causa anche di alcuni fattori oggettivi quali la conformazione del territorio e la dispersione degli insediamenti abitativi.

Ma è anche frutto di scelte politiche che hanno privilegiato il trasporto privato su gomma a discapito di quello pubblico.

Occorre perciò intervenire sul sistema ferroviario, attraverso lo stanziamento di nuovi fondi aggiuntivi per raddoppiare la Spoleto – Perugia e istituire  una Metropolitana di superficie, velocizzare la  Perugia – Terontola e la Foligno – Fabriano, e ammodernare la Ferrovia Centrale Umbria.”

Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante, Anna Rita Fioroni e Mauro Agostini che hanno presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro Matteoli,chiedendo un intervento urgente per incentivare e migliorare il trasporto pubblico in Umbria.

 

“Il sistema di infrastrutture ferroviarie umbre – continuano i senatori –  è in buona parte inadeguato,con la rete interna è ancora quasi completamente a binario unico, con gli inevitabili disagi connessi a questa situazione: bassa capienza di treni e problemi legati a eventuali ritardi i quali da un treno vengono trasmessi anche agli altri.

A questa carenza strutturale si è aggiunta la scelta di Trenitalia di modificare gli orari del Trasporto Regionale Umbria, con la conseguenza di aumentare le difficoltà  per i pendolari di utilizzare il trasporto ferroviario. Questo perché alcuni treni hanno subito limitazioni di percorso creando problemi ai viaggiatori, annullando per diversi treni le coincidenze.”

 

“La quotidiana odissea di migliaia di pendolari umbri è una situazione intollerabile, che il Ministro Matteoli deve decidersi ad affrontare, considerando inoltre – concludono i parlamentari –  che il trasporto ferroviario così com’ è disincentiva anche l’afflusso turistico

“Orda immigrata, il neo-razzismo di Beppe Grillo”

Articolo pubblicato su “Il Manifesto”

“L’Italia ha il 20% di disoccupazione e almeno 100.000 extracomunitari disoccupati che diventeranno il doppio dopo il crollo ampiamente previsto del mercato immobiliare. Dove li mettiamo? Li ospiterà  D’Alema sul suo Ikarus o faranno compagnia ai nostri ‘ultimi’, pensionati e disoccupati delle periferie?… Un’invasione, perché di questo si tratta… La destabilizzazione degli Stati è avvenuta da sempre anche grazie al fattore immigrazione…”. A parlare così non è Borghezio ma Beppe Grillo, in un intervento postato sul suo blog il 29 marzo scorso.
Toni e contenuti della requisitoria di Grillo contro quello che lui stesso chiama il tabù buonista dell’immigrazione fanno impressione: per la totale irrazionalità  delle argomentazioni – l’Italia “invasa” è uno dei paesi europei con meno immigrati, l’idea che gli stranieri “rubino” il lavoro agli italiani è una bufala -, per l’idea presa di peso dalla retorica nemmeno leghista, ma lepenista, che l’immigrazione rischia di sgretolare l’Europa. Fanno impressione le parole di Grillo, ma non sorprendono più di tanto. Da quando il comico genovese si è reinventato predicatore anti-sistema, il suo linguaggio ha sempre indossato i panni del populismo di destra. Nella sinistra radicale Grillo gode di un pregiudizio favorevole, quasi di un’immunità  culturale: perché la sua forza polemica rappresenta un’arma efficace sia contro il berlusconismo sia nei confronti dei vizi e delle degenerazioni della “casta” politica di destra come di sinistra. E Grillo gode di popolarità .  larga anche in un vasto mondo di cittadinanza attiva dal basso obiettivamente più vicino alla sinistra che alla destra – dai comitati per l’acqua pubblica ai gruppi locali che si battono contro inceneritori e altri impianti considerati dannosi – che ha trovato in lui un paladino brillante e mediaticamente incisivo e che è la base su cui è nato e cresciuto il fenomeno dei “grillini”.
Questo spiega, tra l’altro, i successi elettorali ottenuti dal movimento Cinque Stelle, che a Grillo direttamente si ispira, in elezioni locali anche importanti, successi che hanno sottratto voti soprattutto ai partiti di sinistra. Ma questo non cambia un’evidenza di fondo: Beppe  Grillo esprime un pensiero squisitamente reazionario, la sua figura politica ne fa un emulo più di Giannini o di Poujade, gli inventori europei del qualunquismo, che non l’interprete, sia pure estremo, di una posizione progressista. Insomma quando invoca la fine dei partiti (non di questi partiti…), quando in un incontro alla Camera dà  delle puttane alle parlamentari presenti, quando se la prende con lo Stato imbelle che non ferma l’orda barbara degli immigrati, Grillo fa il suo mestiere: mette la sua tecnica, la sua “arte” di geniale polemista al servizio di perorazioni che molto spesso partono da denunce sacrosante ma quasi sempre rivelano una mentalità  un po’ fascista. Niente di drammatico, però sarebbe bello se altri che fascisti non sono, e che danno ancora importanza alle idee che stanno dietro le parole, smettessero di fargli da corifei.

ROBERTO DELLA SETA
FRANCESCO FERRANTE

Immigrazione: Poli Bortone chieda scusa per insulti a ong

“Vergogna per le parole della senatrice Poli Bortone, il cui sport
preferito sembra essere quello del transito da un banco all’altro delle
varie forze politiche  presenti in Senato, che in occasione della replica
alla relazione di Maroni sui flussi migratori  dal nord Africa, ha
affermato che le varie ONG non hanno fatto niente nei confronti degli
immigrati provenienti dalla Libia perché ‘come al solito si sono limitati a
prendere i soldi anche dalla UE senza mai rendicontare niente’. Forse la
senatrice in vita sua non ha mai fatto volontariato e pertanto non sa di
cosa parla. Di sicuro, però, non si può permettere di insultare un mondo
senza il quale tanta povera gente, di qualsiasi razza o provenienza, di
qualsiasi generazione non avrebbe dove mangiare, dove vivere o addirittura
sopravvivere. Ricordiamo alla senatrice che il governo che sostiene spesso
è quello che ha ulteriormente tagliato i già  ridottissimi fondi destinati
alla cooperazione.
Chieda, quindi, scusa a tutti i volontari che quotidianamente svolgono il
loro preziosissimo lavoro in silenzio e nel rispetto della dignità  altrui”.
Lo affermano i senatori Pd Manuela Granaiola, Francesco Ferrante e Vincenzo
Vita.

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