Comunicati

Dopo le polemiche sollevate dall’indagine di Greenpeace sulle bioplastiche abbiamo chiesto un parere al vicepresidente di Kyoto Club. “Le produzioni italiane sono uniche al mondo”

intervista apparsa su e-gazette

Le bioplastiche compostabili sono state al centro di un dibattito che ha diviso gli ambientalisti. L’antefatto: il CNR ha diffuso dei dati senza aver completato la sperimentazione nello studio “Anche le bioplastiche si degradano lentamente nell’ambiente”,  poi un’indagine di Greenpeace ha parlato addirittura di truffa di Stato. Da una parte c’è chi – come per esempio Assobioplastiche e Biorepack, che riuniscono le aziende del settore e le attività consortili di recupero – ritiene che le bioplastiche possano essere un contributo essenziale alla sostenibilità, date anche le specificità del nostro Paese e fermo restando che la riutilizzabilità resta sempre l’opzione preferibile. Dall’altra parte vi è, invece, chi le critica tout court. Ne abbiamo parlato con Francesco Ferrante (nella foto), vicepresidente di Kyoto Club e storico protagonista dell’ambiente, da Legambiente fino a Green Italia. Read More…

Termovalorizzatore a Roma: perché no?

pubblicato su RiEnergia

Realizzare un inceneritore a Roma non è una scelta corretta perché, prima ancora di discutere se è ambientalmente sostenibile, si tratta di una scelta anti-moderna e che va in direzione ostinata e contraria rispetto a ciò che ci suggerisce l’Europa.

Insomma, sarebbe un peccato perdere l’occasione di far entrare finalmente la Capitale nell’era moderna dell’economia circolare per inseguire il “mega-forno”, dopo che tutti per decenni si sono crogiolati nell’inanità. Inclusi quelli che, eletti trionfanti al grido “rifiuti zero”, non hanno realizzato nemmeno un impianto di quelli necessari a recuperare i rifiuti, non hanno alzato nemmeno di un punto la già deficitaria (in termini di qualità) raccolta differenziata romana e hanno invece proseguito nel massacro organizzativo dell’azienda (l’AMA) che se ne dovrebbe occupare Read More…

Bioplastiche compostabili: perché Greenpeace sbaglia

 pubblicato su greenreport.it

Nell’indagine ci si preoccupa di quelle “rigide”, le stoviglie, i bicchieri, le posate: si sta parlando di 3500 tonnellate su 8 milioni di umido Nei giorni scorsi è stata diffusa un’indagine di Greenpeace sulla difficoltà di smaltire correttamente le bioplastiche compostabili, e dato il rilevante interesse per il consumatore e il riflesso sulle imprese impegnate nel ciclo dei rifiuti anche greenreport ne ha dato notizia. Qui spiegherò perché a mio avviso Greenpeace sbaglia e perché l’errore è dovuto a un pregiudizio negativo che inficia l’imparzialità dell’indagine. Il pregiudizio sulle bioplastiche è dovuto a una diffidenza sull’origine delle stesse e sull’utilizzo che se ne vorrebbe fare. Ma purtroppo si trascura totalmente l’analisi del modello italiano sia dal punto di vista delle fonti che rispetto alla chiusura del ciclo. Read More…

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