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Referendum: appello sul Corriere della Sera, dai nuclearisti ultimi tentativi meschini e solite frottole

“Oggi sul Corriere della Sera è stata pubblicata una pagina a pagamento da parte dei sostenitori del nucleare, che invece di chiedere legittimamente di votare no al referendum invitano i cittadini a non ritirare la scheda: un ultimo tentativo meschino da parte di chi vuole unicamente difendere interessi privati, e che tenta di rifilare agli italiani le solite frottole sull’energia nucleare sicura e conveniente.”

Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.

“L’appello continuano i senatori del Pd – è il tentativo in extremis di fare della disinformazione sull’eventuale ritorno dell’energia nucleare, che a dire dei firmatari si farebbe nel nostro Paese in accordo con le popolazioni locali.Una bugia bella e buona , perché il Governo aveva previsto una militarizzazione dei siti prescelti, che va di pari passo con le altre affermazioni secondo cui la vittoria del sì indebolirebbe il ruolo dell’Italia nella discussione internazionale e annullerebbe la ricerca: è vero il contrario, perché quello che si profila a livello internazionale è l’opzione zero, cioè l’uscita dal nucleare, e dire no al nucleare attuale e pericoloso non vuol dire certo azzerare lo studio e l’innovazione.”

“L’opinione pubblica comunque sia già  prima della tragedia di Fukushima era consapevole della pericolosità  e antieconomicità  del nucleare, e votando sì concludono gli esponenti ecodem – archivierà  una volta per tutte l’incubo del ritorno delle centrali nucleari nel nostro Paese.”

Nucleare: una valanga di sì per non sprofondare nell’incubo di Fukushima

“Chernobil e Fukushima sono la prova drammatica che il nucleare sicuro non esiste, decenni di energia nucleare nel mondo dimostrano che il problema delle scorie non è assolutamente risolto, e anche nel funzionamento ordinario le centrali producono danni alla salute  nel raggio di decine di km”. Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. E poi continuano: “Per questo domenica e lunedì occorre una larghissima partecipazione , e una valanga di voti per il sì per evitare che anche il nostro Paese possa sprofondare nell’incubo nucleare”.
“L’Italia ha il privilegio di essere uscita dal nucleare per prima, rientrarci ora mentre molti paesi europei decidono di uscirne – concludono Ferrante e Della Seta –  sarebbe il trionfo dell’insensatezza”.

Nucleare: Romani imbroglione, referendum utilissimo

“Chi,  come  il  ministro  Romani,  dice  che  il referendum sul nucleare è
inutile perché il Governo ha già  rinunciato al ritorno dell’atomo in Italia
è  con  tutta  evidenza un imbroglione, che tenta di prendere per il naso i
cittadini.
Questa  strategia della menzogna va rispedita al mittente, andando domenica
e  lunedì  a votare in massa per opporsi al ritorno di una fonte energetica
pericolosa e antieconomica.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.
“Tra  telegiornali  nazionali  che  sbagliano incredibilmente le date della
consultazione  referendaria  e appelli di pseudo scienziati a votare per il
no,  intorno  al referendum – continuano i senatori – è stata innalzata una
cortina   fumogena   col   preciso  intento  di  mettere  la  sordina  alla
consultazione.
Vengono  riproposte  quelle che sono vere e proprie leggende metropolitane,
come  l’autosufficienza  energetica  garantita  dal  nucleare  che  invece,
fossero  anche  costruite  le quattro centrali atomiche dell’Enel previste,
non  ha  fondamento  alcuno,  perché queste contribuirebbero al solo 3% del
fabbisogno energetico italiano.
E’  un  dato incontrovertibile poi che la Francia, il paese nuclearista per
eccellenza, è anche il maggior importatore di petrolio d’Europa”.
“Votando  si al referendum sarà  possibile archiviare il nucleare, e pensare
ad  una  politica  energetica  fatta  di  energie  rinnovabili  e  di  reti
intelligenti” – concludono i senatori del Pd.

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