Comunicati

Piano casa Lazio: serve Pd su barricate contro saccheggio territorio

“L’emendamento al Piano casa del Lazio presentato dall’assessore
all’urbanistica Ciocchetti lascia stupefatti per la sfrontatezza con cui
prevede di saccheggiare il territorio laziale, mettendo sul piatto ad
esempio il via libera al cemento nei parchi e l’allargamento delle maglie
del condono. Ci auguriamo che gli emendamenti dell’opposizione siano
sufficienti a modificare radicalmente il piano, inaccettabile allo stato
attuale.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, e
Marco Ciarafoni, responsabile  biodiversità  e politiche faunistiche del Pd.
“Le risposte al fabbisogno abitativo – continuano gli esponenti ecodem –
sono decisamente insufficienti, mentre grande attenzione è stata riposta
alle strutture portuali, agli alberghi, agli impianti sportivi, che si
potranno effettuare in deroga.
E’ indecente  poi la previsione di consentire generalizzati cambi di
destinazione d’uso, con aumenti enormi di cubatura, di qualunque capannone
o stabilimento industriale o artigianale, ovunque sia”.
“A queste condizioni occorre un Pd e un ’opposizione convintamente uniti
sulle barricate, perché – concludono gli esponenti ecodem –  è impensabile
che si faccia scempio del territorio laziale con questa legge cucita su
misura degli interessi di chi vuole speculare con migliaia di metri cubi di
cemento”.

Tremonti, Ministro delle Finanze che non paga le tasse

“Politici stranieri si sono dimessi per fatti analoghi”

“Stando a quanto riportano le cronache giornalistiche, e alle parole
dell’on. Milanese, il ministro Tremonti, responsabile dell’Economia e delle
Finanze, avrebbe sostanzialmente pagato un affitto in nero per risiedere
nella sua abitazione a Roma.
Si tratta di una vicenda poco chiara e che di certo non si è risolta con il
cambio di casa di Tremonti: al ministro, sempre molto compreso nel proprio
ruolo e nel suo status internazionale, gioverà  infatti ricordare come molti
suoi colleghi stranieri abbiano rassegnato velocemente le dimissioni per
fatti più o meno analoghi.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“Nel 2006 – ricordano i senatori del Pd –  le ministre svedesi Borelius e
Cecilia Stego Chilo si dimisero perché colpevoli entrambe di pagare in nero
le proprie tate, con la seconda rea inoltre  di non aver pagato per ben 16
anni il canone della televisione pubblica svedese. C’è addirittura chi
ministro non c’è diventato per aver pagato in nero la ‘nannie’, come Nancy
Killefer che  rifiutò di diventare la responsabile della Sanità 
nell’amministrazione Obama appena la vicenda fu di dominio pubblico.
Stessa sorte toccò al grande evasore Tom Daschle, che nascose al fisco poco
più di centomila dollari. In Gran Bretagna ricordiamo lo scandalo dei
rimborsi, che travolse per prima Jacqui Smith, l’ex ministro dell’Interno
britannico la quale lasciò l’incarico travolta dalla polemica sulle note
spese per la prima abitazione, in particolare per il rimborso chiesto per
due film porno acquistati dal marito, per poi coinvolgere altri quattro
rappresentanti del governo”.
“Pare evidente – concludono i parlamentari democratici –  che motivi di
opportunità , legati all’importanza fondamentale del ministero
dell’Economia, imporrebbero una seria valutazione sul comportamento tenuto
da Tremonti in questa vicenda”.

Porto Tolle: centrale scarica su generazioni future costi pesantissimi

“Il governatore Zaia e la maggioranza di centrodestra del Consiglio
regionale del Veneto hanno inferto oggi un colpo durissimo al territorio
che dovrebbero tutelare e proteggere. La modifica dell’articolo 30 del
regolamento sul Parco del Delta del Po, che prevede l’inserimento del
carbone tra i combustibili ammessi nell’area e apre alla conversione a
carbone della centrale Enel di Porto Tolle, è una scelta miope  che si
uniforma alla volontà  di Enel, scaricando sulle generazioni future costi
pesantissimi in termini economici e di inquinamento.” Lo dichiarano i
senatori ecodem Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.
“E’ inaccettabile – aggiungono i senatori del PD –  che per giustificare
questa decisione scellerata ci si nasconda dietro il sacrosanto appello dei
lavoratori, perché compito delle istituzioni è prendere decisioni
coraggiose e di lungo respiro. Invece sostanzialmente la regione Veneto si
adegua alla vergognosa norma ‘ad centralem’ contenuta nell’ultima
finanziaria,  che tenta di vanificare la sentenza del Consiglio di Stato
che imponeva una nuova procedura di VIA, ponendosi in maniera sconsiderata
contro le norme europee e nazionali sulle autorizzazioni ambientali”.
“Zaia e la sua maggioranza – proseguono i senatori – si sono piegati alla
logica anacronistica che mette in contraddizione ambiente e sviluppo,
perché con il carbone a Porto Tolle si scaricheranno sul territorio e sugli
abitanti 10 milioni di tonnellate di anidride carbonica, che non possono
finora essere abbattuti da un impianto di Ccs (carbon capture and storage):
l’unico impianto sperimentale in Italia, quello di Brindisi, riesce solo a
catturare lo 0,615% dei milioni di tonnellate di anidride carbonica emessa.
Dal 2013 pagheremo ogni tonnellata di co2 emessa e Porto Tolle ci farà 
uscire da ogni parametro; del resto in Inghilterra non si autorizzano nuove
centrali a carbone senza ccs e questa avrebbe dovuto essere anche la scelta
del nostro paese, perché la Germania per sostituire il nucleare farà 
ricorso solo alle rinnovabili senza bruciate un solo chilo di carbone in
più”, concludono i senatori Pd.

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