Comunicati

Energia: domani in Senato Stati generali Rinnovabili

Domani, martedì 8 maggio, Sala ex Hotel Bologna, via di Santa Chiara, 4 ore 11-13.
Domani, martedì 8 maggio, gli Stati generali delle rinnovabili termiche e dell’efficienza energetica, promossi dalle associazioni del settore con l’adesione di Greenpeace, Legambiente e Wwf, presenteranno le proposte di modifica ai decreti legge sulle rinnovabili e sul quinto conto energia fotovoltaico e le proposte sulle linee guida per il futuro della generazione distribuita ed efficiente in Italia. All’iniziativa, che si svolgerà  a partire dalle 11.00 presso il Senato, nella Sala del Palazzo Bologna, parteciperà  il senatore del Pd Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto club. Le proposte degli Stati generali verranno inviate a tutte le Regioni, confidando sulla possibilità  di ottenere sostanziali modifiche ai decreti proposti dal governo e attualmente all’esame della Conferenza Stato Regioni.

Elezioni Lampedusa: una sfida per i diritti e la dignità 

A Lampedusa c’è chi ha applaudito, creduto o fatto finta di credere a Berlusconi che prometteva campi da golf, benzina scontata e la zona franca.
E lo sappiamo tutti come è andata.
E poi invece c’è chi come Giusi Nicolini si è sempre impegnata in prima persona con passione, impegno e generosità  per preservare la ricchezza e l’unicità  del territorio, valorizzarlo e ha affrontato  anche la sfida dell’ondata migratoria con intelligenza.
Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta.
 
I cittadini di Lampedusa, come tutti gli italiani, hanno bisogno di recuperare fiducia nelle istituzioni e nella politica.
Chi ha amministrato Lampedusa negli ultimi anni si è reso complice di un disastro, sacrificando l’isola a logiche politiche e mediatiche che hanno scavalcato i cittadini  e hanno esasperato gli animi della popolazione..
Lampedusa deve essere pronta ad onorare la sua posizione di porta del Paese verso sud, ma deve essere messa nella condizioni migliori per farlo.
E questo può essere fatto solo con un’accoglienza intelligente e organizzata, che decongestioni in tempi rapidi il centro di accoglienza se dovesse verificarsi una nuova situazione di emergenza.
Lampedusa è una terra meravigliosa con un ambiente ricco di scorci e panorami mozzafiato. Proprio per questo il sindaco  ha il dovere di fare tutto quanto è nelle sue disponibilità  per tutelare e valorizzare questo immenso patrimonio.
Ciò deve tradursi in una gestione integrata di tutte le risorse che permetta di soddisfare sia i bisogni economici e sociali dei lampedusano proprio preservandobl’integrità  dell’ambiente e del mare innanzitutto.
Tutti parlano di questioni ambientali, di sostenibilità  ambientale, ma su questo punto occorrono fatti concreti, capacità  e coraggio di scegliere. La questione ambientale puo essere una delle chiavi per affrontare la crisi, a Lampedusa come nel resto del Paese.
Un territorio salvaguardato offre grandi opportunità  di crescita del turismo, a partire da quello verde.
Legalità , sviluppo e ambiente si declinano insieme, sono destinati ad essere, a Lampedusa come nel resto del paese,  il motore per smuovere un’economia che arranca.
Per farlo ci vuole però il cuore, la passione, la voglia di cambiamento.
La salvaguardia del territorio, la cura dell’ambiente, la legalità , il rispetto delle regole del viver civile, il prodigarsi sempre per il benessere della collettività , sono la cifra dell’impegno pubblico di Giusi Nicolini.
I cittadini di Lampedusa siamo certi che se ne ricorderanno quando si recheranno alle urne, perché legalità  e ambiente sono un binomio di virtù sociale di impegno non comune.

Rivoluzione in corso

Pubblicato su La Nuova Edcologia

‘Quello delle rinnovabili è l’unico settore che in piena crisi ha garantito nuova occupazione, senza emettere CO2. E che a più riprese si prova a bloccare, ora è il turno di Passera’
 

Siamo all’alba di una nuova era energetica o piuttosto dovremmo essere consapevoli che quel sole è già  sorto ma qualcuno vuole impedirci di vederlo e di godere dei suoi effetti benefici? Se riflettiamo sullo straordinario cambiamento che stiamo già  vivendo nel modo in cui si produce energia, anche nel nostro paese, credo si debba prendere consapevolezza che è questa la fase in cui stiamo vivendo.
La decarbonizzazione della società  è in atto: in Italia l’anno scorso un chilovattora su tre di quelli che produciamo veniva da fonti rinnovabili, il governo tedesco ha in programma di raggiungere l’obiettivo di ricorrere a rinnovabili per il suo intero consumo di energia entro il 2050 e marcia rapidamente in quella direzione, la nuova chimica che fa ricorso a materia prima rinnovabile di origine vegetale e non più al petrolio fa passi da gigante ovunque nel mondo (e i brevetti italiani possono garantirci un’invidiabile leadership in questo settore), forme di mobilità  sostenibile si sperimentano con sempre maggior successo. Se per due secoli, almeno in questa parte di mondo, abbiamo fondato la crescita del benessere sullo sfruttamento delle fonti  fossili, proprio nel momento in cui i cambiamenti climatici rivelano l’insostenibilità  di quel modello l’innovazione tecnologica ci dà  l’opportunità  di costruirne uno completamente nuovo. Un modello in cui l’energia si produce in maniera diffusa e “democratica”, l’agricoltura contribuisce alla lotta ai cambiamenti climatici, in cui non si debba più essere schiavi del “dio petrolio” con ovvi effetti positivi anche sul fronte geopolitico.
àˆ proprio la straordinaria “rivoluzione possibile” che spiega allora i tentativi di fermarla, gli ostacoli che i vecchi poteri si inventano contro il nuovo che avanza, le nuvole artificiali che provano a oscurare quel sole. Esemplare è la vicenda delle rinnovabili nel nostro paese. Unico settore industriale che in questo periodo di crisi economica ha garantito nuova occupazione, giovani – aziende, imprenditori, lavoratori – che hanno assicurato quel boom che ha permesso di produrre oltre 80 miliardi di chilovattora nel 2011 senza emettere un grammo di CO2, il futuro che diventa presente. Tutto ciò a più riprese si prova a imbrigliare, a bloccare. Hanno tentato di farlo Berlusconi e Romani lo scorso anno, spalleggiati da una Confindustria troppo influenzata da vecchi attori e che non si accorgeva nemmeno dei cambiamenti che stavano avvenendo fra i suoi stessi rappresentati. Sta succedendo di nuovo adesso: la paura che gli incentivi fossero troppo onerosi ha indotto il ministro Passera a proporre nuovi decreti sulle rinnovabili elettriche, che di fatto bloccherebbero lo sviluppo dell’intero settore, e a continuare a procrastinare l’emanazione delle norme su rinnovabili termiche ed efficienza. Di fatto dando una mano al fossile, “dead man walking” che prova disperatamente a opporsi al proprio ineluttabile destino. Come spiegare altrimenti l’Enel che ammette che l’esplosione delle rinnovabili minaccia i profitti delle sue centrali termoelettriche? O il fatto che, grazie al fotovoltaico, si è annullato il picco di prezzo dell’energia elettrica a mezzogiorno e “misteriosamente” si è innalzato quello delle 18 quando i fossili possono agire indisturbati?
Mentre scrivo non so come finirà  la vicenda dei decreti, se costituirà  una brutta battuta d’arresto o se riusciremo a scongiurarne gli effetti più gravi. Ma si metta l’animo in pace chi rappresenta quegli interessi, ancora forti, la strada del futuro è tracciata. E non può essere cancellata.

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