Comunicati

Il doppio senso cicalbime nella città  di Roma sarebbe una novità  clamorosa

Il doppio senso ciclabile al centro di Roma sarebbe “una novita’ clamorosa, anche per il nome di Roma nel mondo”. Ne e’ convito il senatore del Pd Francesco Ferrante, commentando l’iniziativa congiunta tra il presidente del I municipio della capitale, Orlando Corsetti, e gli attivisti del movimento #salvaiciclisti.

Ferrante, in una nota, giudica “molto positivi il modo e la concretezza con cui il Imunicipio di Roma ha accolto le proposte di #salvaiciclisti. Fissare gia’ oggi un sopralluogo per vedere dove e come introdurre la possibilita’ del doppio senso di marcia nel centro storico ci fa uscire dalla retorica e marciare invece per la realizzazione di una novita’ che sarebbe clamorosa anche per il nome di Roma nel mondo: una citta’ -conclude Ferrante-, forse la piu’ bella della mondo, dove le auto fanno un passo indietro a favore delle biciclette e di una mobilita’ sostenibile e possibile”.

Mafia: su incendi terre confiscate giace un ddl di 23 senatori Pd

MAFIA, PD: SU INCENDI TERRE CONFISCATE GIACE DDL DI 23 SENATORI
Giace in Senato un ddl, sottoscritto da 23 senatori del Pd, che prevede l’istituzione di un fondo che, tra le altre cose, sarebbe usato per un immediato e totale risarcimento dei danni subiti dagli assegnatari dei terreni confiscati alla mafia, dai danneggiamenti provocati dalla mafia stessa. Sarebbe questo un forte dissuasore ai danneggiamenti stessi, poiché ne vanificherebbe gli effetti negativi e incoraggerebbe l’attività  dei soggetti assegnatari”. Lo afferma la senatrice del Pd, Rita Ghedini, prima firmataria del ddl in questione (AS 983), sottoscritto, tra gli altri, dai senatori Francesco Ferrante, Giovanni Legnini, Alfonso Andria, Marilena Adamo, Anna Maria Carloni, Luigi De Sena, Albertina Soliani e Walter Vitali. “Molti quotidiani- spiega Ghedini– ci consegnano oggi una geografia inquietante dei tanti, troppi, incendi che, dall’inizio di giugno, hanno distrutto le terre confiscate alla mafia. ‘Giù le mani dalle terre dei boss’ è l’inaccettabile minaccia della criminalità  organizzata cui il governo, come ha giustamente affermato il ministro Fornero, deve opporsi con forza con ogni strumento a disposizione. La prevenzione, come pure ha affermato Don Ciotti, è fondamentale: per questo chiedo al governo di prendere seriamente in esame il ddl presentato a inizio legislatura e sottoscritto da 23 senatori del Pd in cui si chiede l’istituzione di un Fondo ai fini di garantire un efficace sostegno agli assegnatari delle terre confiscate”. “Il fondo, previsto dal ddl, risolverebbe una serie di situazioni che riguardano i territori confiscati alla mafia. Innanzitutto, oggi, i beni confiscati costituiscono patrimonio indisponibile dello Stato o dei comuni perciò non possono essere utilizzati per costituire garanzia sugli affidamenti bancari necessari allo sviluppo degli investimenti delle nuove imprese. Il fondo garantirebbe il totale degli investimenti effettuati dai soggetti assegnatari, consentendo l’agibilità  della gestione imprenditoriale dei beni affidati e potrebbe coprire anche il reintegro degli stessi in caso di distruzioni dolose. Una finalità , questa, che definirebbe anche la natura non ordinaria del fondo che, così, sfuggirebbe alle regole della concorrenza Ue, per ricadere nella logica dell’ordine pubblico e della prevenzione orientata alla creazione di un mercato libero da condizionamenti criminali. L’intenzione del ddl è, in sostanza, rafforzare l’efficacia della legge 109/1996,tendente ad ottenere una ricostituzione del tessuto produttivo e della legalità  economica e sociale avvalendosi di risorse umane ed imprenditoriali offerte dai territori maggiormente colpiti dalla criminalità  organizzata, valorizzando in questo modo l’azione repressiva dello Stato e garantendo allo Stato medesimo la conservazione e la valorizzazione del proprio patrimonio”, conclude Ghedini.

Roma: Alemanno prepara nuovo sacco

“Cemento su 2300 ettari di terreni agricoli”

“A Roma Alemanno si prepara a ricoprire di cemento un bel pezzo di agro romano al solo scopo di ingraziarsi qualche piccolo o grande palazzinaro, con gravissimo danno ambientale e senza nessun beneficio sociale. Il Comune di Roma sta preparando infatti una mega-variante al piano regolatore, approvato meno di cinque anni fa, per rendere edificabili  oltre  2300 ettari  di aree quasi tutte agricole o a verde, spesso adiacenti a parchi e riserve – dalla Marcigliana a Veio, dall’Appia Antica alla Riserva del Litorale -, su cui verrebbero realizzate cubature per almeno 20 milioni di metri cubi e quasi 200 mila nuove stanze”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che hanno presentato in merito un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali.
“La delibera relativa – continuano i senatori del Pd –  potrebbe vedere la luce già  prima della prossima estate. Ciò che si rischia è un ennesimo ‘sacco’ di Roma e un’ulteriore crescita della città  a macchia d’olio, fuori da ogni criterio di qualità  urbanistica. Un ‘sacco’ giustificato questa volta con l’esigenza di compensare i grandi immobiliaristi per le mancate edificazioni in aree della città  sottoposte a tutela: solo che le compensazioni non avvengono a parità  di cubatura ma di valore immobiliare, il che significa in concreto che il cemento ‘in compensazione’ sarebbe molto di più del cemento ‘evitato’. Discutibile è anche la motivazione sociale avanzata dal sindaco per questa incombente ondata di nuove costruzioni: dice Alemanno che servirà  a soddisfare il fabbisogno abitativo della città . Ma a Roma, si calcola, esistono 250 mila case sfitte e inutilizzate che con scelte adeguate potrebbero contribuire a dare alla capitale un vero e socialmente accessibile mercato degli affitti, e che mentre si vorrebbe ricoprire di cemento la campagna romana intanto restano fermi i 35 piani di zona per l’edilizia residenziale pubblica già  approvati.
Per ogni grande metropoli  il territorio non ancora cementificato è un prezioso bene comune da salvaguardare, e gli interventi urbanistici vanno concentrati sulla città  già  costruita. Avviene così in tutte le grandi città  europee, da Parigi a Londra a Berlino,
Roma invece – concludono i parlamentari del Pd –  a causa delle scelte scellerate di Alemanno, si allontana sempre più dall’Europa e rischia di cementificare una superficie pari a quindici volte l’intero spazio occupato da Villa Pamphili”.

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