Comunicati

Che fine ha fatto la Relazione al Parlamento sulle droghe ?

Entro quanto tempo il Governo intende presentare la Relazione al Parlamento sulle droghe? Lo chiedono i senatori radicali Marco Perduca e Donatella Poretti e Roberto Della Seta, Roberto Di Giovan Paolo e Francesco Ferrante del Pd, che chiedono lumi anche sulla quarta Conferenza nazionale sulle droghe, che per legge dovrebbe essere convocata quest’anno.
Con un’interrogazione a risposta scritta al presidente del Consiglio, al ministro della giustizia e al ministro della Salute, i senatori hanno oggi chiesto entro quando il governo intende presentare al Parlamento la relazione per l’anno in corso; se il governo non ritenga necessario o utile una presentazione davanti alle commissioni sanità  e giustizia di entrambe le camere al fine di esporre il metodo della compilazione di tale relazione nonch€š alcuni degli aspetti su evidenziati che negli anni sono stati motivo di critica scientifica alla preparazione della relazione stessa; e infine se e quando intenda convocare la VI conferenza nazionale sulla droghe e quale sia il formato di tale riunione che in passato si è spesso caratterizzata per la non inclusione di posizioni scientifiche e politiche che non fossero in linea coll’approccio generale della legge in vigore.
L’interrogazione fa seguito al dibattito che si e’ tenuto lunedi’ scorso in Senato, in occasione della presentazione del “Libro bianco sulla legge Fini-Giovanardi” preparato dalle associazioni Antigone, Cnca, Forum Droghe, La Società  della Ragione con l’adesione di Magistratura Democratica e Unione delle Camere Penali. Un documento illustra e commenta i dati sulle conseguenze penali e sulle sanzioni amministrative che scaturiscono dalla legge sulla droga modificata nel 2006.
Secondo Franco Corleone che aveva presentato il libro bianco, nella Relazione presentata annualmente dal Governo al Parlamento manca una vera e propria “quantificazione dell’applicazione della legge in termini economici: soprattutto un raffronto tra le risorse pubbliche assorbite rispettivamente dai ‘quattro’ pilastri’: penale/carcerario, prevenzione, terapia e riduzione del danno”.
Sempre secondo il “Libro bianco”, alla relazione manca una griglia di dati significativi che permetta di valutare l’impatto repressivo della legge Fini-Giovanardi sulla categoria piú debole dei consumatori e dei consumatori/piccoli spacciatori. In particolare mancano i dati sulle denunce differenziati per sostanze, quelli relativi alle persone incriminate per il comma 5 art. 73 (ipotesi spaccio di lieve entità ) e le informazioni sugli ingressi e sulle presenze dei tossicodipendenti in carcere non fanno menzione dei reati per cui sono stati incriminati (art. 73 o altri reati

Cinecittà  : gli studi bene comune dell’Italia, non sono di proprietà  di Abete

“Gli studi di Cinecittà  sono un bene comune dell’Italia, ogni ipotesi di smantellamento o uso a fini speculativi sarebbe inaccettabile”. E’ quanto dichiarano i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, preannunciando un’interrogazione urgente al ministro per i beni culturali Ornaghi. “La proprietà  degli studi – affermano i due parlamentari – è interamente pubblica, mentre la gestione è privata. Trasformare questo gioiello dell’eccellenza culturale italiana in un resort a cinque stelle ed esternalizzare gran parte dei servizi, come sembrerebbe nelle intenzioni del presidente Abete, vorrebbe dire cancellarne la vocazione. Peraltro, i dati dicono che ancora oggi Cinecittà  attrae produzioni da ogni parte del mondo: se ci sono problemi gestionali li si affronti con rigore ed efficienza, ma senza venire meno all’interesse nazionale di salvaguardare uno dei simboli migliori dell’industria culturale italiana”.

 

Interrogazione bipartisan a Passera : intervenga su pericolosa linea Roma – Ancona

“Cosa   intende   fare  il  Ministro  Passera per garantire l’efficienza e
la   qualità    del   servizio   dei  collegamenti  ferroviari Roma – Ancona
nonché  il   rispetto   dei  diritti  e della dignità  dei passeggeri che ne
usufruiscono?”.  Lo   chiedono   in  un’interrogazione  bipartisan  rivolta
al   ministro   dei   trasporti    e   delle   infrastrutture   i  senatori
eletti   nelle   Marche   e   nell’Umbria:   Marina   Magistrelli,  Silvana
Amati,   Fabrizio   Morri   (Pd),   Francesco  Casoli, Filippo Saltamartini
(Pdl),   Luciana   Sbarbati  (Autonomie),   Mario   Baldassarri   (Fli)   e
Salvatore  Piscitelli  (Cn), insieme ai senatori eletti in Umbria Anna Rita
Fioroni, Mauro Agostini, Francesco Ferrante (Pd) e ad Ada Spadoni Urbani.
Nell’interrogazione   si   ricordano   i   problemi  di  manutenzione “fin
troppo  frequenti”   sui   treni   della  linea  Roma – Ancona, soprattutto
l’Etr,  che comportano  “gravi ritardi e viaggi nient’affatto sicuri” per i
passeggeri.  “Il   21 giugno scorso – ricordano gli interroganti – il treno
delle  9,37 in partenza  da  Roma  si  è  fermato  in  provincia di Spoleto
costringendo  i  passeggeri   a   proseguire  il loro viaggio in bus. Nella
stessa  giornata  le  porte  di  un  altro  treno  pomeridiano della stessa
tratta  si  sono  chiuse  senza   che   il   sistema   di   condizionamento
dell’aria  fosse  attivato,  così  lasciando i passeggeri ‘sequestrati’ nei
convogli  a  una  temperatura di 37°. Il  25  giugno,  poi,  sono  accaduti
episodi simili, comunque attribuiti a problemi di manutenzione”.
“Davanti  ai  disagi  e  soprattutto  alla pericolosità  oggettiva di questi
treni,  chiediamo l’intervento del ministro competente. Soprattutto perché,
nonostante  le  continue  sollecitazioni – si legge nell’interrogazione – i
vertici  di Trenitalia non sono a tutt’oggi intervenuti per risolvere detti
problemi,  che  peraltro  il  personale  aveva  diligentemente segnalato. E
malgrado  Trenitalia   sia  stata messa più volte a conoscenza dei numerosi
disagi  che  i  viaggiatori sono costretti quotidianamente ad affrontare, a
tutt’oggi  nessuna  iniziativa  è  stata adottata da chi di competenza, per
risolvere tale difficile situazione, che quasi giornalmente si ripete sotto
gli occhi di tutti senza che si intervenga fattivamente”.

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