Comunicati

Si a petizione Salvaiciclisti per ridurre velocità  in centri abitati

“Ministro Passera si attivi per maxi ciclabile in pianura padana”.
“Gli stati Generali della bicicletta, che si terranno il 5 e il 6 ottobre a Reggio Emilia, possono essere davvero l’occasione per rivoluzionare l’idea di mobilità  del Paese,a partire dalla riduzione  della velocità  dei veicoli a 30 km/h nei centri abitati, proposta contenuta in una petizione del movimento Salvaiciclisti, sostenuta anche da Legambiente e nel disegno di legge che avevo presentato nel febbraio insieme con altri 60 senatori e che raccoglieva proprio l’appello dell’associazione”. Lo dice il senatore Francesco Ferrante, responsabile energia e politiche relative ai cambiamenti climatici del Pd.
“Un’ altra misura che modificherebbe in meglio la mobilità  – continua Ferrante – e per la quale ho chiesto che  il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Passera si attivi, insieme agli enti locali interessati, è il progetto VenTo, la mega pista ciclabile pensata e disegnata nei minimi dettagli dai ricercatori del Politecnico di Milano, che collegherebbe Venezia a Torino. Dei 679 km di tracciato – continua Ferrante –  102 sono già  ciclabili. Con una spesa di circa 80 milioni di euro in tre anni, circa 118 al metro, si realizzerebbe la più lunga pista ciclabile italiana e una delle più lunghe d’Europa. Un impegno che, se suddiviso tra Stato, 4 regioni e 12 province, diverrebbe davvero leggero, circa 7 milioni l’anno per le regioni interessate dal percorso.
La spesa, è importante sottolinearlo, equivale a quella necessaria per costruire solo 1 o 2 km di autostrada.
Questa maxi pista ciclabile non servirebbe solo ai turisti: sarebbe, secondo gli esperti, un’ottima alternativa allo spostamento in macchina tra paesi vicini, e contribuirebbe ad alleggerire il traffico, producendo effetti benefici non solo per le tasche degli italiani ma per la loro salute, dato che l’area è popolata da circa 1,5 milioni di persone. Si tratta di un piano da non ridurre ad una semplice idea suggestiva, perché ha tutte le potenzialità  per essere un grande progetto di ‘green economy”: i percorsi ciclabili – conclude Ferrante –  non solo fanno bene all’ambiente e sono una risorsa per la popolazione, ma possono produrre  ricchezza e creare posti di lavoro, mai così necessari come in questo momento di forte recessione”.

Rinnovabili: su strategia energetica Governo ancora confuso

“A ZeroEmission è rappresentata una buona parte di quel mondo imprenditoriale italiano che ha puntato sulla green economy, rinnovabili ed efficienza energetica innanzitutto, e che rappresenta la parte più dinamica dell’economia del nostro Paese.Per differenti ragioni e responsabilità  i modelli economici e produttivi che per decenni hanno rappresentato una parte fondamentale della nostra economia, dal settore auto motive alle grandi imprese inquinanti, mostrano limiti drammatici. Cambiare rotta è possibile, ma serve una sterzata decisa, a partire dalla strategia energetica che il Governo ha finora connotato con un’eccessiva confusione”. Lo dicono i senatori Francesco Ferrante, responsabile energia del Pd, e Roberto Della Seta, capogruppo Pd in Commissione Ambiente, intervenuti alla giornata  inaugurale di ZeroEmission Rome.
 “Sull’efficienza energetica – continuano i parlamentari del Pd –  male, malissimo il ministro dello Sviluppo economico Passera, che ha depotenziato gli incentivi, cosa che probabilmente imprimerà  una frenata al settore e al suo vasto indotto. Un nonsense dal punto di vista energetico ed economico il programma ‘trivelle libere’ nei mari italiani, nient’altro che un piatto appetitoso per le compagnie petrolifere con un ritorno insignificante dal punto di vista del fabbisogno energetico nazionale, ma con invece rischi concreti di mettere a repentaglio turismo e salvaguardia del Belpaese. Sulle rinnovabili il Governo ritiene che si supereranno in questo campo gli obiettivi europei al 2020, ma intanto ha emanato il pasticciatissimo V conto energia sul fotovoltaico le cui risorse prevedibilmente si esauriranno entro l’anno e quindi non si accompagnerà  il settore verso il raggiungibilissimo obiettivo della grid parity, per le altre fonti sono previste aste e registri che lasciano l’intero settore nell’incertezza. C’è molto su cui lavorare, e dunque – concludono i senatori del Pd –  una formale proposta di strategia energetica nazionale da parte del Ministero dello Sviluppo economico è quanto mai urgente”.

Carbosulcis: così non regge più

La lotta dei lavoratori del Sulcis chiede rispetto, solidarietà  e sostegno. Rispetto significa innanzitutto usare un linguaggio di verità , la solidarietà  è indispensabile per non far sentire soli quegli uomini e quelle donne costretti a forme di lotta estreme dallesasperazione causata da troppe promesse non mantenute, e il sostegno deve essere concreto e continuo per costruire soluzioni stabili e sostenibili.

Allora il primo dovere è dire con chiarezza che lattività  estrattiva di un carbone di bassa qualità  basso potere calorifico e alto tenore di zolfo, assai inquinante, non ha futuro. Non ce ne ha, questo pure va ricordato, da anni. Tenere in vita artificialmente la Carbosulcis ha causato lo sperpero di centinaia di milioni di soldi pubblici, ha fatto sopravvivere unattività  antieconomica e ambientalmente insostenibile, ha costretto centinaia di lavoratori a una fatica dannosa per la propria salute e improduttiva. Si sono letti in questi giorni paragoni impropri tra questa e la lotta dei minatori inglesi guidati da Scargill contro la Thatcher. Quella vicenda, comunque la si giudichi, fu il segnale della fine di unepoca. Questa, trentanni dopo, appare purtroppo fuori dal tempo. Illudersi che si possa risolvere il problema attraverso la sperimentazione dello stoccaggio dell’anidride carbonica è, per l’appunto, un’illusione. Non esistono al mondo progetti di questo tipo già  realizzati, e in ogni caso un intervento così, costosissimo, non risolverebbe il problema della scarsa qualità  della materia prima. Nemmeno, ci pare, vale lobiezione che è quel lavoro, faticoso e ingrato, e non un altro che i  minatori vogliono conservare, che nei commenti di qualche commentatore di destra sconfina nell’esaltazione un po’ pelosa di quanto è bella la fatica del minatore sporco di carbone. La verità  è che mai a questi lavoratori è stata offerta unopportunità  diversa. Uno dei loro rappresentanti a un giornalista del Corriere ha raccontato con orgoglio di quando, quindici anni fa, l’allora direttore generale del Minstero dellAmbiente Corrado Clini, arrivato per porre com’era suo compito problemi ambientali, venne letteralmente cacciato. Esemplare caso di miopia: si fosse iniziato allora un percorso di riconversione radicale che avesse previsto, in un orizzonte temporale definito, anche la dismissione delle attività  estrattive, non saremmo oggi a questo punto. Un punto in cui sembra difficilissimo trovare una soluzione che garantisca reddito, lavoro, sostenibilità  economica e ambientale. Ma le soluzioni ci sono, tocca al Governo metterle in campo con un progetto che consenta il rilancio industriale dell’area e dia adeguate garanzie occupazionali ai lavoratori della Carbosulcis, puntando su produzioni che abbiano un futuro. Energie rinnovabili innanzitutto: la Sardegna offre straordinarie opportunità  in questo settore, dallinsolazione che permette di sperimentare forme di sfruttamento dellenergia solare che vadano oltre il fotovoltaico, come ad esempio le tecnologie basate sul solare termodinamico, alla forte ventosità . Cosa impedisce di collocare nel Sulcis imprese di ricerca e realizzazione di impianti solari ed eolici? I soldi pubblici investiti darebbero un ritorno certo e non sarebbero sussidi a perdere come le centinaia di milioni erogati in questi ultimi anni. E ancora: sfruttare quei siti, straordinari come archeologia industriale, a fini turistici è davvero più illusorio che tenere in vita le attività  estrattive? Tutto questo va fatto presto, coinvolgendo il territorio e la Regione Sardegna. Va fatto impegnandosi, anche, in un imponente sforzo nella formazione dei lavoratori per le nuove attività  che saranno chiamati a svolgere. I minatori del Sulcis meritano di meglio che venire presi in giro come avvenuto per troppi, troppi anni.   

ROBERTO DELLA SETA

FRANCESCO FERRANTE

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