Comunicati

Emergenza Nordafrica: quale futuro per i rifugiati?

“Preoccupati da mancanza di provvedimenti, il governo batta un colpo”

 Oggi manifestazione a Roma delle associazioni coinvolte e dei rifugiati ore 14, Piazza del Pantheon

“Servono soluzioni dignitose ed efficaci per l’inclusione di uomini e donne che devono ricostruirsi una vita”. Parla così il Senatore Francesco Ferrante, vicepresidente di Fondazione IntegrA/Azione, onlus impegnata nell’assistenza ai migranti, in particolare rifugiati e richiedenti asilo.

In occasione della manifestazione, organizzata oggi a Roma (a partire dalle ore 14,00 zona Pantheon) da associazioni e sindacati impegnati per il rispetto dei diritti e della dignita’ dei migranti (Arci, Asgi, Centro Astalli, Senza Confine, Cir, Cgil, Uil, Sei Ugl, Fcei, Focus-Casa dei Diritti Sociali), Fondazione IntegrA/Azione si unisce all’accorato appello rivolto al governo: “Sottoscriviamo questo appello – continua Ferrante – perché non è accettabile che il governo, in carica dallo scorso novembre 2011, non abbia utilizzato questo tempo per pianificare una via d’uscita dall’emergenza”.

Oggetto della protesta infatti, è proprio la cosiddetta “emergenza Nordafrica”, indetta il 12 febbraio 2011, in seguito ai conflitti scoppiati nei paesi affacciati sul Mediterraneo, e gestita dalla Protezione Civile. La gestione in regime emergenziale degli arrivi di migranti, è risaputo da tempo, avrà  fine il prossimo 31 dicembre e il grande interrogativo sul futuro riguarda prima di tutto più di 20.000 persone.

“Una moltitudine di uomini e donne – continua Ferrante – che saranno impossibilitati nel loro progetto di inserimento nella nuova società , se improvvisamente si troveranno senza neanche un letto dove dormire. Come si può cercare un impiego o pensare di guadagnare una definizione giuridica per rimanere, quando verranno a mancare i servizi di base? Insomma, quella che si delinerà  a partire dal nuovo anno, è una situazione sconfortante e a pagare il prezzo più alto come sempre sono i più deboli. Il governo ha la responsabilità  di trovare le risorse per garantire la dignità  a queste persone e allo stesso nostro Paese, senza scaricare oneri impropri, sia chiaro, su Regioni e d enti locali”. 

Abusivismo: Governo conferma no al condono

“Nitto Palma e Pdl se ne facciano ragione, sanatoria edilizia promessa non vedra’ mai la luce”.
 
“Chi intendeva premiare furbi e disonesti se ne faccia una ragione: il condono promesso da Nitto Palma e altri parlamentari del Pdl non vedrà  mai la luce, perché contro di esso c’è la ferma volontà  del Pd e del Governo, che oggi in Commissione Ambiente per bocca del sottosegretario Fanelli ha formalmente confermato quanto anticipato dal ministro dell’Ambiente Clini”. Lo dice il senatore del Pd Francesco Ferrante.
 “Quello dell’ex ministro della Giustizia – continua Ferrante –  è il sedicesimo tentativo del Pdl da gennaio 2010 di riaprire i termini del condono edilizio del 2003, una coazione a ripetere veramente preoccupante, che dà  la misura di quanti e quali siano gli interessi che si vorrebbero favorire con una misura tanto scellerata. Del resto i numeri parlano chiaro: il Rapporto Ecomafia 2012 di Legambiente stima in 258.000 gli immobili abusivi sorti tra il 2003 e il 2011, per un fatturato complessivo stimato in 18,3 miliardi di euro. Il solo ‘effetto annuncio’ nelle precedenti sanatorie edilizie di Berlusconi generò nel 2003 40 mila nuove case illegali, con un incremento della produzione abusiva superiore al 41% tra 2003 e 2011. Il cemento illegale è un settore che purtroppo ha un’ottima tenuta, in controtendenza rispetto al mercato degli immobili costruiti legalmente, e dunque è indecente che per favorire questo business i parlamentari del Pdl si facciano schermo con pretestuose e pericolose esigenze di equità  e necessità “.

Pesticidi nel piatto 2012 di Legambiente

Ortofrutta e vino regolarmente contaminati
 
Campioni irregolari fermi allo 0,6%, multi residuo in calo, ma aumentano i campioni
da record: fino a 9 diverse sostanze nell’uva, 8 nel vino, 6 nelle mele, 5 nelle arance
 
Pesticidi nel Piatto 2012 di Legambiente
lancia l’allarme per il multi residuo e i suoi effetti sulla salute
“Mai verificati gli effetti sinergici delle diverse sostanze sull’organismo e sull’ambiente”
 
Campioni fuorilegge fermi allo 0,6%; stabili i contaminati da un solo residuo (18,3%), mentre calano di circa un punto percentuale i campioni contaminati da più residui contemporaneamente, portandosi al 17,1% (18,5% nel 2011). Il risultato complessivo di Pesticidi nel piatto 2012, il rapporto annuale di Legambiente sui residui di fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli e derivati commercializzati in Italia (elaborato sulla base dei dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e uffici pubblici regionali competenti), ad una prima lettura, offre un quadro abbastanza rassicurante e in linea con il trend degli ultimi anni che vede diminuire, seppur lentamente, l’uso delle molecole chimiche per la produzione agroalimentare. Purtroppo però, insieme all’aumento in percentuale dei campioni in regola, aumenta pure – in molti casi – il numero delle diverse sostanze chimiche presenti contemporaneamente su uno stesso campione, per il quale le analisi di ogni molecola presa singolarmente hanno stabilito la regolarità .
Se la normativa vigente ha portato ad un maggiore controllo delle sostanze attive impiegate nella produzione dei formulati e l’armonizzazione europea dei limiti massimi di residuo consentito (LMR) negli alimenti, intervenuta nel 2008, ha rappresentato un importante passo in avanti, manca ancora una regolamentazione specifica rispetto al simultaneo impiego di più principi attivi, come pure sulla rintracciabilità  di più residui in un singolo prodotto alimentare. La legge quindi, non si esprime ancora rispetto al cosiddetto multi residuo, cioè, al quantitativo di residui diversi che si possono ritrovare negli alimenti mentre la definizione stessa dei limiti di massimo residuo (LMR) continua a basarsi sui singoli residui.
 
“Una lettura più attenta dei risultati delle analisi condotte dai laboratori regionali ed elaborati da Legambiente in questo studio – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – mostra una situazione tutt’altro che rassicurante, con numerosi casi di prodotti ortofrutticoli e derivati contaminati da 7, 8 e addirittura 9 principi attivi differenti, in un composto che nessuno ha mai studiato e analizzato e che potenzialmente potrebbe essere molto dannoso per la salute dei consumatori e per l’ambiente”.
 
Sul tema del multi residuo è intervenuto anche il Sen. Francesco Ferrante che ha proposto in merito un disegno di legge depositato in Senato ormai tre anni fa: “Che la questione del multi residuo non sia più rinviabile lo confermano proprio i dati del rapporto annuale di Legambiente. Ora sta al Governo recepire questo campanello d’allarme prevedendo le dovute contromisure nel Piano d’azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che è in via di definizione e che ad oggi non contempla il riferimento al multi residuo.”
 
Qualche lecita perplessità , infatti, viene suscitata dai risultati delle analisi condotte dai laboratori più attenti e puntuali, come per esempio, quello della Provincia di Bolzano, che ha rilevato fino a 8 diverse sostanze chimiche in due campioni di vino (contaminato comunque dal multi residuo nel 60% dei casi), e addirittura 9 diverse molecole in 3 campioni di uva. Pesante anche la situazione del frutto sano per antonomasia: la mela, contaminata da più residui nell’65% dei casi (anche con 4 e 6 diverse sostanze contemporaneamente).
Anche nelle analisi realizzate dai laboratori del Friuli Venezia Giulia troviamo le mele (nell’83,3% dei casi) e il vino (96%) tra i prodotti maggiormente contaminati da multi residuo. Casi analoghi risultano poi, nei dati forniti dai laboratori piemontesi dove in un campione di arance sono stati rintracciati fino a 5 residui chimici, 4 in  un campione di finocchi e 6 in uno di fragole e uno di uva.
Numerose invece le irregolarità  vere e proprie registrate dai laboratori dell’Emilia Romagna che ha condotto numerose e puntuali analisi su tantissimi prodotti dei quali però non fornisce la provenienza (che può essere italiana o estera), relative a pere, pesche, fragole, ciliegie, prugne, susine e melagrane, mentre più di 5 sostanze diverse sono state riscontrate in campioni di albicocche e ciliegie.
Nei risultati delle analisi condotte dal Veneto si evidenzia invece la presenza di sostanze chimiche ormai fuorilegge perché non più autorizzate, in un campione di insalata, nelle fragole e nei pisellini primavera.
Dati puntuali sono stati forniti anche dai laboratori calabresi che hanno riscontrato la presenza di sostanze chimiche fuorilegge per limiti superiori al consentito in un campione di peperoncino e in uno di pesche.
 
Tra le sostanze maggiormente rinvenute troviamo il clorpirifos, un insetticida riconosciuto da numerosi studi scientifici come interferente endocrino con spiccata attività  neurotossica, il captano, fungicida riconosciuto dall’Epa come possibile cancerogeno e il Fosmet, un insetticida fosforganico dal notevole impatto ambientale  e particolare tossicità  riscontrata a danno delle api.
 
Rispetto alle risposte fornite dai laboratori regionali preposti alle analisi, ribadendo che laddove si effettuano più analisi si riscontrano anche maggiori criticità , si evidenzia una differente modalità  di lavoro nelle differenti realtà  che in alcuni casi, come quelli sopracitati, ha consentito di approfondire i risultati in maniera efficace mentre in altri si è ottenuto solo il risultato complessivo, con i casi limite di Abruzzo e Molise che vanno segnalate per non aver saputo o voluto fornire alcun dato utile all’indagine.

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