Comunicati

Greenpeace ha ragione, politica energetica deve essere al centro del dibattito politico

“Quale idea si abbia per la politica energetica futura del nostro Paese è
un tema che deve essere al centro del dibattito politico.

Noi ribadiamo, in estrema sintesi: no a nuove centrali a carbone e no alla
riconversione a questo fossile killer di altre centrali, e  no alle
trivellazioni al largo delle coste italiane.

Si convinto all’obiettivo del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili
al 2050, traguardo assolutamente raggiungibile.”

 Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta,
commentando i manifesti e la campagna ‘Sei amico del petrolio e del carbone?
www.iononvivoto.org ‘ lanciata oggi da Greenpeace.

 “ La Germania, il Paese più popoloso d’Europa e la prima economia del
continente- continuano i senatori del Pd –  riuscirà  a produrre energia
elettrica totalmente da energie rinnovabili già  dal prossimo decennio,
dunque chi in Italia dice che il nostro Paese ha assoluto bisogno di carbone
e di quelle non ingenti scorte petrolifere giacenti nei nostri mari, porta
avanti non gli interessi generali ma quelli di alcune lobby.

I cittadini su questi temi hanno sempre una maggiore attenzione, chi si
candida a rappresentarli deve avere una posizione chiara e votata all’
innovazione.”

 

Carceri: bene Veronesi su ergastolo , la pena giusta ha un inizio e una fine

“Discutere di ergastolo per elevare livello giustizia del nostro Paese”.

“Bene il ‘Manifesto contro l’ergastolo’ lanciato oggi da Umberto Veronesi. E’ arrivato il momento di discutere concretamente di come elevare il livello di giustizia e di democrazia del nostro Paese, affrontando lo stato delle carceri e le condizioni dei detenuti e ridiscutendo la pena dell’ergastolo a partire da quello ostativo, che contrasta in maniera palese con il principio della riabilitazione previsto dalla Costituzione”. Lo dice il senatore del Pd Francesco Ferrante.
“L’ergastolo ostativo – continua Ferrante – è l’espressione più eclatante dell’annichilimento del percorso di recupero, ma occorre avere il coraggio di affrontare questioni impopolari quali l’ergastolo nella sua forma più diffusa. Sebbene molti lo ignorino, nelle nostre carceri si infligge e si sconta questa ‘pena di morte viva’, secondo la definizione del condannato Carmelo Musumeci, di chi, sebbene la sua condizione non gli conceda alcuna speranza di poter tornare in futuro alla vita ‘fuori’, ha portato avanti un percorso personale di recupero che lo Stato sembra adesso voler ostacolare ulteriormente con il trasferimento in un carcere sardo e l’inasprimento dell’isolamento dalla realtà  al di là  delle sbarre. Ma se il ravvedimento del condannato è il fine ultimo dello Stato, che si assume l’onere di punire il colpevole, occorre che chi passa anche dei decenni nella propria cella possa sapere di poterlo poi dimostrare alla società . Se lo Stato sceglie solo di aspettare di certificare la morte di un detenuto compie un atto disumano e fa decadere il principio costituzionale della pena giusta, che per essere tale deve avere un inizio e una fine”.

Roma, 16 novembre 2012

Scioperi: subito Cancellieri al Senato su gravi fatti di Roma

“Chiediamo che il ministro dell’Interno Cancellieri venga al più presto nell’aula del Senato a riferire sui gravi episodi accaduti oggi in molte città  d’Italia e in particolare a Roma. Sugli incidenti avvenuti nella Capitale è quanto mai urgente che anche il Capo della Polizia riferisca e faccia luce”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, Ignazio Marino insieme a Marco Perduca e Donatella Poretti (Radicali), che preannunciano la presentazione di un’interrogazione urgente al governo.
“Dalle immagini e dalle informazioni disponibili apparse oggi sulle agenzie e sui siti – spiegano i senatori – emerge che, soprattutto a Roma, alcuni agenti di Polizia hanno agito in modo apparentemente sproporzionato ai tentativi di una parte dei manifestanti, soprattutto studenti, di superare i cordoni di polizia e ai lanci di sassi e di oggetti. Ragazzi comunque disarmati, spesso molto giovani, sono stati colpiti con violenza e in un modo che purtroppo richiama alla memoria vicende drammatiche del passato. Naturalmente non sono in questione il diritto e il dovere delle Forze dell’Ordine di impedire atti di aggressione e di violenza. Ciò che non è accettabile è che si finisca per mettere in atto reazioni che vanno bel al di là  di questi scopi legittimi”.

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