ALIMENTARE: UN NUOVO CODICE DELLA SICUREZZA ALIMENTARE?

INTERROGAZIONE DEL SENATORE FRANCESCO FERRANTE (ULIVO)                             

AL MINISTRO DELLA SALUTE

 

“URGENTE INCENTIVARE LA PREVENZIONE E LA REPRESSIONE SULLA PROVENIENZA E COMPOSIZIONE DEI PRODOTTI”

 

La depenalizzazione che verrebbe inserita nel nuovo Codice della sicurezza alimentare predisposto dal Dipartimento per la sanità  pubblica veterinaria, la nutrizione e la sicurezza degli alimenti del Ministero della Salute comporterebbe l’esclusione del reato penale e di sanzioni come il carcere e perfino dei sequestri preventivi, che secondo la legge vigente     L. 283 del 1962 scattano per ordine dei pm al fine di arginare tempestivamente i tanti casi di truffe e frodi alimentari. La notizia è apparsa oggi su uno dei più noti quotidiani italiani, ma è stata immediatamente smentita dal Ministero della Salute. In una nota il Ministero della Salute fa sapere che non esiste alcun provvedimento al riguardo e che la materia è ancora all’esame degli uffici a livello tecnico.

Francesco Ferrante, Capogruppo dell’Ulivo in commissione Ambiente al Senato, ha rivolto un’interrogazione parlamentare al Ministro della Salute per sapere innanzitutto “se è certo che le fonti di tali allarmistiche notizie  non siano strutture dello stesso Ministero e se invece non si intenda incentivare la prevenzione e la repressione sulla provenienza e sulla composizione dei prodotti alimentari, al fine di garantire la sicurezza e la salute dei cittadini e di assicurare una adeguata tutela ai produttori scrupolosi ed attenti all’etica della qualità  e della sicurezza dei cittadini consumatori”.

“Sono state più di 200mila le ispezioni – si legge nell’interrogazione – svolte dalle forze dell’ordine preposte al controllo sulla filiera alimentare nel corso del 2006: 35.138 dai Carabinieri del Nas, 163.650 dalla Guardia Costiera, 27.046 dall’Ispettorato centrale repressione frodi e dal Corpo Forestale”.

Alla luce di questi dati  – ha sottolineato Ferrante – risulta urgente attivare anche delle campagne di informazione e di sensibilizzazione per i consumatori che potrebbero eventualmente essere tentati dall’acquisto di prodotti importati illegalmente dai paesi extra Ue, contraffatti e spesso immessi sul mercato interno a prezzi competitivi.