A Doha l’Italia con l’Europa più avanzata

Dichiarazione di Stella Bianchi, responsabile ambiente Pd, e del Sen. Francesco Ferrante, responsabile politiche cambiamenti climatici Pd.

In questi giorni in cui la trattativa, come previsto, procede attraverso molte difficoltà  e difficilmente si può essere ottimisti sul risultato complessivo finale, la novità  è che l’Italia mette il suo peso insieme alla parte più avanzata d’Europa nella ricerca per raggiungere in extremis un risultato importante per colmare il gap troppo grande tra gli impegni presi sino adesso e ciò che sarebbe necessario per la salvezza del pianeta.

Come è noto gli accordi di Durban prevedono che entro il 2015 si raggiunga un accordo che entri poi in vigore nel 2020 per coinvolgere tutti i paesi, non solo i firmatari di Kyoto, ma anche Usa, le nuove potenze (Brasile, Cina, India).
Qui intanto è indispensabile che si raggiunga l’accordo per il Kyoto 2 almeno per la coalizione dei volenterosi che rappresenta il 15% delle emissioni totali, ma è sempre stata un traino positivo.
Ma pur raggiungendo l’accordo su Kyoto 2, resterebbe la distanza tra la previsione delle emissioni di gas serra al 2020 (57-52 Gton) e il tetto che gli scienziati ci dicono non si debba superare (44 Gton).

L’Italia, in controtendenza evidente con gli anni del Governo Berlusconi, non solo si sta adoperando per arrivare all’indispensabile firma di Kyoto 2, ma in queste ultime ore prova – insieme ai Paesi europei più avanzati – a far accogliere la proposta di mediazione brasiliana che chiede di trovare entro i prossimi due anni, quindi prima ancora del 2015, l’intesa per individuare le azioni che colmino quel gap.

Come Partito democratico sosteniamo questa importante novità , e che l’Europa, vincendo alcune sue resistenze interne, si impegni per la riduzione delle emissioni del 30%, e ci auguriamo che almeno questo seppur parziale accordo, in un quadro che resterà  in ogni caso preoccupante, sia raggiunto