Decisione di Finanza Pubblica: un documento inutile che guarda al passato

Resoconto stenografico del mio intervento in aula

 

PRESIDENTE. àˆ iscritto a parlare il senatore Ferrante. Ne ha facoltà . 

FERRANTE (PD). Signor Presidente, colleghi, rappresentanti del Governo, è difficile prendere sul serio questa discussione su un documento che – come ricordava il relatore di minoranza all’inizio del nostro dibattito – presenta come essenziale elemento di novità  il fatto che sia «sostanzialmente e politicamente superato» (citando testualmente da pagina 3 del documento stesso), però facciamo finta di prendere sul serio il documento e cogliamo l’occasione per parlare di politica economica di questo Governo. Ahimè parliamo del nulla e infatti il documento e i suoi allegati non sono altro che la fotografia del passato, con un po’ di presente e praticamente nulla sul futuro. 

Da questo punto di vista è un’ottima fotografia del suo estensore, il ministro Tremonti, che in questi anni nulla ha fatto per il futuro del Paese; nulla per una politica economica di sostegno all’innovazione e a quel tessuto di piccole e medie imprese che tanto faticosamente sta tenendo a galla l’Italia e che sarebbe anche in grado di reggere la sfida della globalizzazione se alle sue spalle sentisse il sostegno di un sistema, sostegno di cui invece non c’è stata traccia nelle politiche concrete di questo Governo e che non si riesce a trovare nemmeno tra le righe di questo inutile documento, e non potrebbe essere altrimenti vista la sua natura; nulla per affrontare la drammatica crisi del lavoro, una crisi i cui effetti drammatici sull’occupazione ho l’impressione che ancora non li abbiamo visti e che sembrano non preoccupare il Governo che tutt’al più, con il suo Ministro del lavoro (del non lavoro, verrebbe da dire con una battuta), sembra impegnato a dividere i sindacati nella sua ossessiva ricerca dello scontro. 

Vedete, colleghi, in tutto il mondo l’intreccio della crisi economico-finanziaria con quella climatica e ambientale è stato colto anche come un’occasione per puntare sulla green economy quale una delle chiavi principali per costruire un futuro molto migliore; qui nulla. Troppo recente è il tentativo di affossare gli incentivi per le fonti energetiche rinnovabili che il ministro Tremonti ha provato a portare a termine con l’ultima finanziaria per doverci ritornare in questa sede nel dettaglio. 

àˆ incomprensibile, non solo per noi del Partito Democratico, ma anche per gli artigiani, per le imprese e per i cittadini, l’ostinato rifiuto del Governo di prorogare e di rendere stabile lo sconto fiscale del 55 per cento per le ristrutturazioni edilizie che prevedano misure di efficienza energetica. Si tratta di una misura introdotta dal Governo Prodi – lo voglio ricordare – che è stata già  utilizzata da oltre 600.000 famiglie e che ha messo in circolo 12 miliardi di euro, in un settore quale quello dell’edilizia, che è tra i più colpiti dalla crisi, e che ha permesso un risparmio consistente di energia e conseguentemente di emissioni inquinanti. 

Sembra inoltre che vi apprestiate a decidere un’ulteriore proroga per l’entrata in vigore del divieto di produzione e commercializzazione dei sacchetti di plastica che non siano biodegradabili, una misura che avevamo previsto nella finanziaria del 2007 e che sarebbe dovuta entrare in vigore già  il primo gennaio del 2010. Si tratta di una norma che premierebbe l’industria chimica più innovativa, quella che sulla sostenibilità  e sul suo rapporto con l’agricoltura basa il suo sviluppo, l’unica in grado di assicurare il futuro a un settore che ha fatto grande nei decenni scorsi questo Paese e che oggi è davvero a rischio: si veda a questo proposito la vicenda istruttiva dei polo chimico ternano. 

Sono solo tre esempi negativi, ma quello che manca completamente è un approccio in positivo, quello che è al centro delle proposte del presidente Obama negli Stati Uniti d’America, ma persino di Governi europei con cui condividete la stessa ispirazione politica – penso alla cancelliera Merkel in Germania o al primo ministro Cameron nel Regno Unito – ma non evidentemente la stessa visone di futuro. Voi rimanete saldamente agganciati al passato e anche questo documento lo prova. 

Se infine volessimo prendere sul serio l’allegato relativo alle infrastrutture – su cui nel dettaglio è intervenuto con molta precisione il collega senatore Marco Filippi – si vedrà  che non c’è nulla di nuovo, ad eccezione di un’ opera che sarebbe davvero utile per il Sud, ovvero l’asse ferroviario Napoli-Bari, per il quale però, guarda caso, non sono previste risorse. 

Per il resto, si tratta delle solite infrastrutture cosiddette strategiche, sempre annunciate in ogni DPEF, ma mai realizzate. Questa volta l’unica differenza rispetto è che vengono inserite in una pseudo-lista ristretta. Provando però a prendere sul serio questo allegato, vorrei parlare di un’opera emblematica nella sua inutilità : il ponte sullo stretto di Messina. Per anni ci avete detto che quell’opera non sarebbe stata a carico della collettività , del bilancio pubblico, forse per convincere i vostri alleati di maggioranza della Lega Nord dell’utilità  dell’opera stessa. 

Poi, leggendo la tabella 2, in materia di infrastrutture strategiche, leggiamo che dei 6 miliardi di euro che oggi sono previsti per la realizzazione del ponte – una cifra probabilmente sottostimata, come sempre avviene in questi casi – sono già  disponibili – disponibili, provenendo dalle casse pubbliche – 2 miliardi e 153 milioni di euro. Il termine «disponibile» vuol dire che essi sono stati sottratti ad altre iniziative molto più utili per il Sud. Sono dunque 2 miliardi di euro sottratti alla rete infrastrutturale – quella sì, utile per il Sud – e alla modernizzazione di alcune strade: penso alla Statale Ionica e non voglio citare l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, dal momento il collega senatore Marco Fillippi ha già  lungamente ricordato le assurdità  che ci avete raccontato, anche in occasione dell’ultimo discorso tenuto qui in Senato dal Presidente del Consiglio. 

Quei 2 miliardi di euro che vengono sottratti dalle risorse pubbliche per essere destinati a quell’opera inutile gridano vendetta dinanzi a Dio e credo siano il simbolo migliore di quanto questo documento e tutta intera la politica economica di questo Governo siano fatti di proclami e di proposte che guardano al passato e per niente al futuro. (Applausi dal Gruppo PD).