Governo dopo acqua privatizza anche la scuola.
“L’ipotesi riportata dalla stampa secondo la quale il Governo starebbe lavorando alla predisposizione di un provvedimento che accorperebbe in capo ad una Spa tutti gli interventi per le scuole pubbliche prefigura una speculazione finanziaria di dimensioni enormi, a danno degli enti locali e dei contribuenti”. Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, Pd.
“Se il progetto del Governo è aderente con quanto anticipato – sostengono i senatori – sarebbe un’operazione estremamente pericolosa, che non andrebbe di certo a vantaggio delle casse dello Stato o della qualità del sistema scolastico, per il quale il Governo deve unicamente sbloccare i fondi destinati alla manutenzione e alla messa in sicurezza degli edifici e non alienare il patrimonio pubblico a favore di pochi soggetti economici”.
“Dopo l’acqua il Governo intende privatizzare anche la scuola. Stando infatti a quanto anticipato dalla stampa – proseguono gli esponenti ecodem – gli azionisti della Scuola Spa potranno incamerare migliaia di edifici affittandoli agli attuali gestori, province e comuni, con l’obiettivo di fare utili, e conseguentemente maggiori saranno le spese di gestione della scuola, maggiore sarà il canone.
Di fronte agli enti locali indebitati, specie al sud, il rischio concreto è che il proprietario dell’edificio scolastico si comporti come con qualsiasi inquilino moroso, ovvero lo sfratti per avere la piena proprietà dell’immobile.”
“Come se non bastasse – sottolineano Ferrante e Della Seta – la Scuola Spa verrebbe addirittura incaricata della formazione professionale dei docenti, adottando così una pericolosa visione aziendalista e proprietaria dell’istruzione, con buona pace dei principi basilari della scuola pubblica.
Ipotesi come la Scuola spa sono mere speculazioni che scatenano comprensibilmente grandi appetiti, in considerazione dei 42mila plessi scolastici italiani, ma che devono rimanere nel cassetto dei sogni dei noti grandi gruppi immobiliari, mentre – concludono Della Seta e Ferrante – occorre colmare il gap nell’edilizia tra Nord e Sud, mettendo subito in sicurezza quel 40% di scuole sottoposte a elevato rischio sismico e il 7% che è a elevato rischio idrogeologico”.