Fare piena luce su traffico internazionale e omicidio Ilaria Alpi“I fatti e i dati raccolti nel dossier ‘Le navi tossiche: lo snodo italiano, l’area mediterranea e l’Africa’ elaborato da Greenpeace e reso noto oggi sono estremamente inquietanti.
Testimonianze, indagini di varie procure italiane e organismi internazionali, suggellati da foto inequivocabili delineano un colossale traffico di rifiuti pericolosi che, partendo dai nostri mari approda in Somalia, ridotta a pattumiera tossica, lasciando sul suo passaggio morti e crimini impuniti, a partire dalla morte drammatica di Ilaria Alpi e Milan Hrovatin. Questi fatti si trascinano da anni, è tempo che venga fatta piena luce.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, che sulla vicenda hanno presentato un’interrogazione parlamentare ai Ministri degli Esteri, dell’Ambiente e dell’Interno.
“Si sta parlando di decenni trascorsi ad avvelenare i mari con il traffico di rifiuti tossici e radioattivi, uno scempio ambientale che ruota attorno a personaggi noti alle cronache: come ad esempio Giancarlo Marocchino, la persona che ha costruito nella seconda metà degli anni Novanta il porto di Eel Ma’aan in Somalia dove sono stati interrati decine e decine di container che, secondo alcune testimonianze, sarebbero pieni di rifiuti tossici e radioattivi. Questa stessa persona – ricordano i senatori del Pd– fu indicata da Marcello Fulvi, dirigente della Digos romana, in un’informativa quale mandante dell’omicidio di Ilaria Alpi e dell’operatore Miran Hrovatin .L’affare internazionale dei rifiuti tossici occultati in Africa si interseca alle vicende di casa nostra, con l’affondamento di navi cariche di rifiuti radioattivi e pericolosi che periodicamente scompaiono al largo delle coste italiane, e che l’Ammiraglio Bruno Branciforte ha riferito al Copasir essere, parlando di relitti sospetti, il numero impressionante di 55″.
“Per far luce su questa inquietante vicenda sarebbe utile cominciare a chiarire uno degli ultimi affondamenti sospetti, quello della ‘Cunski’, al largo di Cetraro, per il quale il governo italiano ha utilizzato, come nave per le ricerche sottomarine la Mare Oceano di proprietà della famiglia di Diego Attanasio, il quale sarebbe coinvolto nel caso ‘Mills-Berlusconi’.
E’ infatti ancora ignota – concludono i senatori democratici – la motivazione per cui non siano stati utilizzati mezzi e personale altamente qualificati messi a disposizione della Marina britannica, con un prezzo inferiore rispetto a quello proposto dai proprietari di Mare Oceano”.