Clima: Governo tenta di fermare sviluppo rinnovabili

“Il governo ha inserito nella manovra finanziaria, all’art. 45, una breve norma che nei fatti bloccherebbe lo sviluppo delle fonti rinnovabili nel nostro paese. Contraddicendo sé stesso infatti, il governo cancella una norma di un proprio decreto del 2008 che in accordo con la riforma delle incentivazioni che il governo Prodi realizzò nella scorsa legislatura, faceva obbligo al GSE di ritirare i certificati verdi in eccesso. Oggi che finalmente la produzione di rinnovabili è cresciuta e che nel 2009 ad esempio 1 kwh su 4 dell’ energia elettrica prodotta in Italia proviene da rinnovabili il governo con questa norma di fatto deprime il mercato e si mette nelle condizioni di non poter raggiungere l’obiettivo europeo per cui dovrebbe presentare il piano entro il 30 giugno: insomma una follia”. Lo dichiara il sen.Francesco Ferrante, responsabile cambiamenti climatici del PD, a margine del convegno Terra futura promosso da Legambiente a Firenze.

“L’attuale governo continua Ferrante – non perde occasione per dimostrare la sua avversione a tutto ciò che attiene alla lotta ai cambiamenti climatici. Anche per questo il convegno di oggi è uno stimolo per affrontare e discutere di un aspetto fondamentale per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, che passa anche, e in misura notevole, dall’agricoltura. Il tema può essere riassunto con un dato: pur producendo poca CO2 , l’agricoltura è responsabile di circa il 10% del totale di gas di serra emessi nel mondo, contribuendo in maniera molto importante sopratutto per responsabilità  degli allevamenti intensivi alle emissioni di metano e di protossido di azoto”.“Ma l’agricoltura conclude Ferrante – è anche il sistema produttivo più idoneo per ridurre le emissioni di gas dio serra attraverso l’applicazionedi tecniche a ridotto impatto ambientale, ad esempio adottando la

coltivazione biologica che riducendo l’uso dei fertilizzanti e pesticidi chimici, abbatte le emissioni dal 10 al 50%, dalla diminuzione delle lavorazioni superficiali del terreno, dalla fornitura di biomassa per l’energia in sostituzione delle fonti fossili. Occorre dunque modificare il nostro modo di gestire i terreni agricoli, e così facendo si potrebbe aiutare a ridurre le emissioni di gas serra prodotti dal nostro pianeta di almeno il 25%. Il suolo rappresenta il terzo più grande deposito naturale di Co2 (dopo gli oceani e i giacimenti di combustibili fossile), ovvero dove “stoccare” naturalmente uno dei gas che maggiormente incidono sul drammatico problema dei cambiamenti climatici.”