Nucleare: chi nel Pd vuole dietrofront, lo proponga nelle sedi democratiche

“Sul  nucleare  la posizione del Partito democratico, contraria all’attuale
nucleare,   è   assolutamente  chiara  ed  è  la  stessa  di  grandi  forze
progressiste  europee,  dai  socialdemocratici tedeschi ai liberali inglesi
alle forze emergenti dell’ecologismo riformista. Se qualcuno, sulla base di
visioni  ed analisi francamente un po’ datate, vuole cambiarla, lo proponga
nelle  sedi  democratiche  del  partito  e  si  voti”. Roberto Della Seta e
Francesco  Ferrante,  senatori  Pd  ed  esponenti  ecodem,  rispondono così
all’appello  con cui alcuni parlamentari e scienziati chiedono a Bersani di
rivedere il no all’atomo.
 “Il  Pd- continuano i senatori del Pd – è contrario alle attuali tecnologie
nucleari  –  affermano  i  due  senatori  –  perché  a  fronte  di costi di
investimento  esorbitanti  e  tali  da  richiedere  il  sussidio più o meno
diretto  di  finanziamenti pubblici, non hanno risolto nessuno dei problemi
di  sicurezza  e  di impatto ambientale, a cominciare da quelli legati allo
smaltimento  delle  scorie  radioattive.  Per  l’Italia,  poi,  tornare  al
nucleare  vorrebbe dire spendere tra i 20 e i 30 miliardi di euro per avere
forse tra quindici anni quattro centrali, che contribuirebbero per meno del
5%  ai  consumi  energetici; nel frattempo, questo impegno straordinario di
risorse  pubbliche  e  private  ci  farebbe  perdere  i  treni  della  vera
innovazione energetica indispensabile per ridurre la dipendenza dai fossili
e  per  fronteggiare la crisi climatica, che si chiama efficienza, ricerca,
sviluppo delle rinnovabili”.
E’  naturalmente  legittimo  –  concludono  Della  Seta  e  Ferrante – che
iscritti  e  simpatizzanti  del  nostro partito la pensino diversamente, ma
questa  è  la  posizione  del  Pd,  più volte espressa anche ai livelli più
autorevoli  e  con evidenza condivisa dalla gran parte dei nostri elettori.
Se  poi  qualcuno  chiede  un  rovesciamento  di  questa  linea,   più  che
promuovere  appelli  non  ha  che  da  proporlo  nelle  sedi deputate, come
l’assemblea programmatica del 21 e 22 maggio prossimi”.