Nucleare: da Parigi stangata per i cittadini italiani

AFFARE PER POCHI, COSTI PER TUTTI I  CONTRIBUENTI

“Oggi è in scena a Parigi un  remake de ‘La stangata’, protagonisti i governi italiano e francese, che siglano un grande affare per pochi, le aziende che avranno commesse miliardarie, a danno dei cittadini italiani che si troveranno a pagare un conto salatissimo” – così i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante commentano gli accordi tra i due governi per il ritorno dell’energia atomica in Italia.
Continuano gli esponenti ecodem  – “E’  veramente un affare per pochi, mai dai costi altissimi per la comunità  in termini economici, ambientali e per la salvaguardia della salute, quello che viene messo nero su bianco in queste ore a Parigi.
Gli italiani devono sapere che grazie a questi accordi italo-francesi si spenderanno miliardi di euro per avere energia atomica non prima di 15 anni e che, come dimostrato da uno studio del Cesi Ricerca del 2008, con la costruzione di 4 reattori EPR di terza generazione evoluta da 1.600 MW l’uno, risparmieremmo, dal 2026 in poi, appena 9 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale, pari al 10% dei consumi attuali e al contributo di un rigassificatore di media taglia.
Questi reattori francesi, che potranno essere posizionati dove lo decideranno le aziende, e saranno equiparati a siti militari, non garantiscono certo l’autarchia energetica all’Italia come si vorrebbe far credere, e infatti  per gestire finanziariamente la costruzione di centrali nucleari gli operatori hanno bisogno di avere garanzia  dal Governo sull’acquisto e un prezzo minimo per il Kilowattora nucleare.”
“L’unica strada percorribile, dove a vincere e a guadagnarci sono tutti, in termini economici e ambientali, è invece quella dell’efficienza energetica e dell’espansione dell’uso delle energie rinnovabili, dove, come dimostra il rapporto illustrato proprio oggi da Legambiente e Banca di Credito Cooperativo, famiglie, aziende, enti pubblici, risparmiano soldi in bolletta, alimentando quella green economy che vale già  centinaia di milioni di euro.” – concludono Ferrante e Della Seta.