“Saggia la decisione del Governo di ritirare l’emendamento che prevedeva un aggravio sulle bollette elettriche degli utenti, cittadini e imprese, nel decreto legge sull’ approvvigionamento di energia elettrica nelle isole maggiori, il cosiddetto decreto salva-Alcoa che contempla una serie di misure a salvaguardia della situazione occupazionale in Sicilia e Sardegna. E così è stata resa possibile l’approvazione condivisa di questo importante provvedimento. Resta però da risolvere la causa del problema , che ha portato il governo ad ipotizzare, poi a ritirare, un balzello per gli utenti, ovvero l’assegnazione nazionale delle quote di Co2” – lo dichiara Francesco Ferrante del Pd che aveva presentato un ordine del giorno in merito che la maggioranza aveva bocciato. Continua Ferrante -“Abbiamo sventato una manovra pesante per le tasche delle famiglie italiane e dannosa per l’ambiente. Resta tuttavia irrisolto il nodo della questione, ovvero l’insufficiente quota di CO2 riservata ai nuovi entranti per riservarne una troppo generosa a favore degli impianti esistenti. Non si è ancora appianata l’anomalia tutta italiana che gli impianti più vecchi e più inquinanti possono continuare a emettere quote di CO2 troppo alte, a discapito dei nuovi entranti, più efficienti e con un minor impatto ambientale. In altre parole non si può far finta di nascondere che il meccanismo di cap and trade, secondo il quale chi inquina paga in Italia è ancora drogato da un mercato dell’energia non allineato alle direttive europee, e per il quale si è cercata la scappatoia del prelievo dalla tasche degli italiani.” “L’unica soluzione possibile, su cui dichiariamo sin da adesso la nostra disponibilità a ragionare in un prossimo provvedimento in Parlamento è quella di riequilibrare la ripartizione delle quote di CO2, penalizzando le fonti che mettono più anidride carbonica a favore di tecnologie meno impattanti, operando a favore della qualità ambientale e della competitività del sistema industriale italiano”- conclude Ferrante. |