“Il ministro delle politiche agricole Zaia passi dalle parole ai fatti e appoggi l’emendamento del Pd al decreto milleproroghe che propone di sospendere sia ‘la sperimentazione in campo aperto’ che ‘l’avvio delle coltivazioni di organismi geneticamente modificati su tutto il territorio nazionale, fino a quando le Regioni non abbiamo adottato i Piani di coesistenza’ tra i diversi tipi di coltura’”. E’ quanto chiede il senatore del Pd Francesco Ferrante, che spiega come “la sentenza del Consiglio di Stato che impone al ministero dell’Agricoltura di procedere all’autorizzazione di coltivazioni Ogm, senza attendere le decisioni delle Regioni in merito alla coesistenza di diverse colture, appare assai strana perché dimentica appunto le prerogative delle Regioni stesse stabilite dalla legge e dalla Costituzione. Secondo la Coldiretti, tra l’altro, il 72 per cento degli italiani è contraria agli Ogm”.
“Su un tema così delicato – prosegue Ferrante – occorre riflessione e confronto fra tutte le parti interessate, come le associazioni ambientaliste, dei consumatori e degli agricoltori, per discutere in maniera seria e non dogmatica dei pericoli degli Ogm, in un paese come il nostro dove è la tipicità del prodotto, e non la produzione massiccia, ad essere il carattere distintivo. Dunque propongo al ministro Zaia di dare parere favorevole all’emendamento che ho presentato oggi al decreto milleproroghe, dicendo semplicemente no agli Ogm almeno fino a quando le Regioni non abbiamo adottato i Piani di coesistenza. L’agricoltura italiana – prosegue Ferrante – come dichiarato dallo stesso ministro Zaia , non ha bisogno degli ogm. Quindi, l’invito rivolto dal Consiglio di Stato a concludere il procedimento di istruzione e autorizzazione alla coltivazione di mais geneticamente modificato già autorizzato a livello Ue senza attendere la decisione delle Regioni è pericoloso, perché è un procedimento che rischia di portare alla disorganizzazione un ambito, quello della sicurezza alimentare, che ha invece bisogno della massima omogeneità e trasparenza. La soluzione del problema posto dal Consiglio di Stato è a portata di mano – conclude Ferrante – basta esplicitare la volontà del Parlamento facendo approvare l’emendamento. In caso contrario significherebbe che le parole del ministro Zaia non rappresentano la volontà del Governo di cui fa parte”.