“Il 20 marzo Silvio Berlusconi dichiarava che nella cordata italiana per
Alitalia sarebbero forse entrati anche i suoi figli. Il 21 marzo diceva:
‘Ormai sono impegnato io, quindi si fa’ e chiariva: ‘Penso ci sia la
possibilità di concretizzare la cordata italiana in pochi giorni: credo si
possa fare con il sostegno di importanti istituti di credito’”. Così il
senatore del PD Francesco Ferrante che prosegue: “Il 26 marzo Berlusconi
annunciava: ‘La cordata italiana per Alitalia non è qualcosa di campato in
aria: oggi ci sono alcuni nomi di imprenditori impegnati su questo fronte
che non posso fare per dovere di riservatezza’. Poi La Stampa, il 27 marzo,
riportava le dichiarazioni di Berlusconi che facevano i nomi di ‘Ligresti,
Mediobanca, Benetton, Eni’. Nello stesso giorno, però, il Cavaliere si
rimangiava tutto parlando di ‘indiscrezioni giornalistiche’ . E il 26 marzo
escludeva che i propri figli potessero entrare nella cordata italiana per
Alitalia. Oggi, come ciliegina sulla torta, dopo essersi sempre dichiarato
contrario ad Air France, racconta agli italiani che se l’accordo prevedesse
‘pari dignità che non faccia sparire Alitalia come compagnia di bandiera
noi siamo favorevoli’. Peccato che nel piano di Air France questo era
previsto sin dall’inizio. A leggere questo diluvio di dichiarazioni,
precisazioni e smentite – conclude Ferrante – le cancellerie europee, a
cominciare dall’Eliseo, si chiederanno probabilmente come sia possibile che
un personaggio simile aspiri a diventare Capo del governo italiano”.