IMOLA, 8 aprile 2025. Si veste a nuovo l’impianto fotovoltaico galleggiante di via Ringhiera a Bubano. Con un investimento di circa 1 milione di euro, Bryo ha effettuato un revamping che, mantenendo la potenza totale (496,80 kWp), ha però permesso di incrementare la produzione, dal momento che la nuova tecnologia risulta essere più performante di quella prima installata. Si stima una produzione di energia annua di 553,497 MWh/anno, con un incremento di 110,700 MWh/anno rispetto alla produzione attuale di 444,979 MWh/anno.
Nello spazio liberato attraverso l’uso di pannelli di nuova generazione è stato possibile con un’azione di repowering installare una sezione potenziata non incentivata di potenza pari a 458,64 kWp, con una produzione di ulteriori 510,982 MWh/y.
«Ricordo che l’impianto di Bubano risale al 2010 e allora fu la prima esperienza a livello mondiale di fotovoltaico galleggiante – afferma Davide Gavanelli, amministratore delegato di Bryo -. Oggi abbiamo presentato il nuovo impianto ammodernato e ampliato che porterà a superare 1.000.000 di kWh/anno di energia prodotta. Inoltre è stata rifatta e rafforzata completamente anche la struttura galleggiante che nel 2010 nacque come prototipo. Grazie a questo impianto si potranno soddisfare le esigenze di circa 200 famiglie che, quindi, a partire dal mese di maggio potranno entrare a fare parte della Comunità energetica, in quella logica di allargamento della base sociale che è uno degli obiettivi della Cer cooperativa del circondario imolese».
Palpabile la soddisfazione del sindaco di Mordano Nicola Tassinari: «Con il revamping dell’impianto sui bacini di Bubano ad opera di Bryo la nostra comunità avrà l’occasione di dare piena concretezza allo sviluppo delle comunità energetiche attraverso il potenziamento di un impianto che quando venne realizzato era il primo fotovoltaico galleggiante realizzato e da oggi avrà anche una funzione sociale in più oltre a quella ben importante della sostenibilità ambientale: quella del contrasto al caro energia. Probabilmente non sarà questa la risoluzione di tutti i problemi energetici e lo diciamo molto chiaramente, ma vogliamo anche dire che stiamo andando nella giusta direzione e proviamo a invertire un trend negativo che ci ha visto negli ultimi anni soffrire rispetto al tema dell’approvvigionamento energetico. Questo è un segno tangibile del nostro impegno. È un ciclo riconvertito da una ex cava ed è un esempio di come riusciamo a riutilizzare in meglio il territorio».
Alla conferenza stampa di presentazione ha partecipato anche Irene Priolo, Assessora a Programmazione territoriale, Ambiente, Mobilità e Trasporti, Infrastrutture della Regione Emilia-Romagna: «Sono venuta molto volentieri perché stiamo lavorando al progetto sulle aree idonee e sull’individuazione di quelle che dovranno essere le aree migliori per collocare gli impianti ad energia rinnovabile. Questa è un’area che prenderò ad esempio e di cui parlerò quando racconterò questa legge in tutto l’iter assembleare perché è un’esperienza virtuosa. È un esempio non soltanto regionale, ma anche a livello nazionale. Complimenti per questa operazione e sono contenta di essere qua».
«Nel 2012 apparve come una innovazione sperimentale, oggi si dimostra una delle migliori realtà energetiche dedicata al fabbisogno energetico che in maniera massiccia riguarda i nostri territori, sia locali che nazionali ed europei – aggiunge Luigi Gallignani, assessore alle Politiche energetiche del Comune di Mordano -. Questa fonte si è dimostrata efficiente e a basso impatto ambientale. Gli impianti fotovoltaici in acqua si sono qualificati come degni di grande attenzione, anche per il contributo che danno nel limitare installazioni simili in terreni produttivi e/o distinti da maggiori impatti ambientali. Sono scientificamente noti i vantaggi tecnici di tali installazioni, dal proprio rendimento alle più semplici installazioni, dai minori costi di manutenzione alle minori sollecitazioni strutturali. Una serie di virtuosi vantaggi che crea soddisfazione nella nostra Comunità e di cui tutti dobbiamo elogiare le entità che hanno permesso questo».
«Un intervento importante che si inserisce nella strategia più ampia del PAESC che abbiamo scelto di fare come Circondario, e quindi tenendo insieme i 10 comuni che lo compongono mettendo al centro l’aumento di produzione di energia da fonti rinnovabili a favore delle comunità energetiche. Questa azione concreta mette in evidenza il valore che si costruisce lavorando insieme per le nostre comunità», affermano Marco Panieri, presidente del Nuovo Circondario Imolese e sindaco di Imola, e Elisa Spada, vicesindaca e assessora all’Ambiente del Comune di Imola.
«Questa comunità energetica rientra a pieno titolo nel progetto BeCome, perché è una delle esperienze più interessanti e innovative oggi esistenti in Italia per la capacità di sviluppare una Cer di notevole potenza in un piccolo comune, per la messa a frutto delle risorse del Pnrr e per la tecnologia del fotovoltaico galleggiante che rappresenta una novità importante e unica in questi contesti – afferma Alessandra Bonfanti, dirigente di Legambiente nazionale – . Un modo inoltre per evitare il consumo di suolo e mettere a valore ambienti naturali producendo energia utile alla comunità. Nell’ambito del progetto BeCome l’esperienza di Bryo potrebbe diventare una punta di diamante da replicare in altre realtà simili in Italia. Il Pnrr ha messo a disposizione 2,2 miliardi per favorire la nascita delle comunità energetiche nei piccoli comuni, una strada da perseguire semmai semplificando quelle che sono le procedure burocratiche relative alle autorizzazioni».
«L’esperienza che si sta portando avanti nel territorio imolese è interessante per due motivi: da una parte con la comunità energetiche si muovono passi verso quella transizione energetica che in molte parti dell’Europa è già un percorso consolidato, ma che in Italia trova ancora grandi difficoltà a causa della solita burocrazia che complica la vita ai cittadini, pur essendo stati tra i primi paesi a recepire la direttiva europea – sottolinea Francesco Ferrante, vicepresidente di Kyoto Club -. In secondo luogo questa Cer nasce in un piccolo Comune con una tecnologia innovativa quale il fotovoltaico galleggiante. Usare il fotovoltaico galleggiante è certamente una cosa che evita il consumo di suolo e riduce in maniera significativa il consumo di acqua. il progetto BeCome nasce da un rapporto tra Kyoto Club, Legambiente e AzzeroCO2 e si sta sviluppando in collaborazione con Legacoop. Ad oggi contiamo circa una ventina di comunità energetiche, il concetto fondamentale è accoppiare produzione e consumo in maniera condivisai. in questo contesto Bryo rappresenta un’innovazione forte da replicare in altre realtà».
«Come Legacoop abbiamo lanciato nel 2022 il progetto ‘Respira’ per sostenere lo sviluppo delle Comunità energetiche in forma cooperativa fornendo una serie di servizi agli interessati, comprese anche forme di finanziamento. Ad oggi abbiamo 41 Cer aderenti all’associazione nazionale con diverse configurazioni riconosciute dal GSE – spiega Giorgio Nanni funzionario Energia Ambiente Legacoop nazionale -. L’accordo siglato con Legambiente per supportare il progetto BeCome è la logica conseguenza di questo percorso. Crediamo che le Comunità energetiche possano essere un’ulteriore leva di sviluppo per quei territori che oggi sono periferici, o addirittura ultra periferici, in quanto, come previsto dal decreto legislativo 199 del 2021, non hanno come obiettivo principale il profitto finanziario, ma lo sviluppo sociale, ambientale ed economico del territorio sul quale insistono i soci. L’idea è di sostenere i Comuni che vogliono cogliere l’opportunità di essere parte attiva della transizione energetica ed ecologica, sviluppando una comunità in forma Cooperativa. Il progetto di Bubano è importante perché nasce da una società, Bryo, che ha come soci tre cooperative aderenti a Legacoop e un soggetto pubblico, quindi leghiamo il movimento cooperativo a qualcosa di estremamente innovativo, quale il fotovoltaico galleggiante all’interno di una comunità energetica che è nata sotto forma di cooperativa, la massima espressione dell’avanguardia cooperativa. Un progetto da studiare e da replicare».
«In Italia ci sono circa 400 configurazioni di gruppi di autoconsumo: 200 sono attive e pensate che a fine 2024 in Germania erano 4.800. C’è tanto da fare e dobbiamo fare senza dubbio di più – dichiara Gianluigi Riva, responsabile per l’Italia di Longi -. Per noi è un motivo di vanto vedere i nostri moduli utilizzati al servizio di comunità energetiche dove i cittadini sono i protagonisti in prima persona».
«Quello di via Ringhiera è un impianto per il quale stiamo lavorando da poco più di un anno e grazie a questo è nata la collaborazione con Legambiente che con il progetto BeCome sta sviluppando le comunità energetiche nei comuni sotto i 5000 abitanti, un aspetto interessante per un territorio come il nostro dove oltre la metà dei Comuni non superano questa soglia. Di fatto abbiamo messo assieme un impianto fotovoltaico galleggiante a servizio della comunità energetica in un comune sotto i 5000 abitanti, un caso unico per queste prime configurazioni. In pratica Bryo sta continuando sulla strada tracciata dal nostro programma di lavoro presentato al momento della Costituzione della Cer del Circondario imolese», conclude Gavanelli.
Il piano di sviluppo di Bryo
Il primo impianto realizzato è stato quello, sempre galleggiante, in via Ponticelli Pieve, poi se n’è aggiunto un secondo sul tetto del paddock dell’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola e un terzo sulla Rifimpress, azienda di Castel San Pietro Terme. Ora l’impianto galleggiante di Bubano, al quale se ne aggiungerà un secondo, sempre in Comune di Mordano, per ulteriori 420 kilowatt grazie ad una riqualificazione di un impianto già esistente collocato a terra. .
In questo modo a fine 2025 verranno raggiunti i 7,2 MW in esercizio all’interno della comunità energetica con l’obiettivo di arrivare alla fine del 2026 con oltre 20 MW .
Tutto questo a vantaggio di tutte le realtà e dei cittadini che entreranno a far parte della comunità energetica condividendo questa visione che Bryo sta portando avanti in nome della transizione energetica.vL’idea è quella di aggiungere alla Cer del circondario imolese man mano nuove configurazioni come quella di Mordano, con una forte attenzione alle tecnologie innovative, cercando di occupare il meno possibile spazi utili per altre attività.
La novità
Dopo la pensilina fotovoltaica per la copertura di parcheggi, in arrivo il monopolo fotovoltaico EnerOmbra che trasformerà le piste ciclabili e pedonali in fonti di energia pulita. I pali EnerOmbra sono strutture progettate per generare energia elettrica, attraverso l’uso di pannelli solari fotovoltaici, lungo le piste ciclabili in contesti rurali o periferici, senza occupare superfici altrimenti utilizzabili.
Il progetto BeCome
La campagna di Legambiente, Kyoto Club e AzzeroC02, supportata da Legacoop, nasce per favorire la realizzazione di comunità energetiche nei piccoli comuni, al di sotto dei 5000 abitanti.
Le comunità energetiche rinnovabili (CER), ossia l’autoproduzione e la condivisione di energia da fonti rinnovabili da parte di più soggetti, rappresentano una indiscussa e democratica opportunità, finalmente realizzabile nel nostro Paese, di uscire dalla dipendenza dalle fossili partendo dal basso e dare gambe alla transizione energetica.
Una rivoluzione energetica in atto particolarmente interessante per i piccoli comuni. Il PNRR prevede infatti ben 2,2 miliardi di euro da destinare allo sviluppo di comunità energetiche per i Comuni sotto i 5.000 abitanti, definendo criteri e modalità per la concessione di finanziamento a tasso zero, attraverso la realizzazione di impianti di produzione di rinnovabili anche abbinati a sistemi di accumulo di energia. Un’opportunità che proietta i borghi italiani nel futuro.
La campagna “BeCome – Dai borghi alle comunità energetiche” nasce proprio per informare, formare ed assistere i piccoli comuni in questo percorso. Il progetto si propone di accompagnare i borghi a compiere un salto in avanti nella sostenibilità ambientale, ma anche in termini di coesione comunitaria e pratiche innovative energetiche e sociali.