MONODOSI A COLAZIONE: QUANDO L’IGIENE INQUINA.

Prodotti monodose negli alberghi: importante scelta igienica o metodo dannoso per la riduzione dei rifiuti e la promozione dei prodotti locali?
Le interpretazioni soggettive delle normative per l’igiene degli alimenti e della normativa HACCP possono creare difficoltà  nell’adozione dei sistemi di etichettatura ecologica europea (Ecolabels), istituiti da apposite organizzazioni con l’obiettivo di incentivare la presenza sul mercato di prodotti e servizi “puliti”.
Per questo motivo il Sen Francesco Ferrante (PD), ha rivolto una interrogazione ai ministri della Salute, delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e per i Beni e le Attività  Culturali.
I sistemi volontari di Ecolabel – si legge nell’interrogazione – verso la fine degli anni ’90 si sono sviluppati in Italia e in Europa, grazie a associazioni come Legambiente Turismo, che hanno esteso questa pratica alle strutture ricettive che adottano misure per ridurre l’impatto delle proprie attività  sull’ambiente e per promuovere il territorio circostante. Tra gli strumenti di questi sistemi vi è la previsione di impegni obbligatori e comportamenti virtuosi in materia di riduzione dei rifiuti e attuazione delle misure di raccolta differenziata, risparmio idrico ed energetico, fornitura di frutta e verdura di stagione e di prodotti locali, incentivazione della mobilità  collettiva, impegni a contenere l’impatto acustico, valorizzazione del patrimonio naturalistico e culturale, azioni di sensibilizzazione della clientela.
In particolare, le misure previste dagli adempimenti obbligatori riferite alla riduzione della quantità  dei rifiuti prevedono, tra l’altro, la progressiva eliminazione delle monodosi dai prodotti  per le colazioni e la loro sostituzione con ciotole per cereali, vasi per marmellate e simili, dispenser di varia natura e dimensione.
Purtroppo però, questa semplice misura sembrerebbe oggetto di interventi di contrasto da parte degli addetti alla vigilanza sugli alimenti delle Aziende Sanitarie Locali in molte regioni d’Italia mediante interpretazioni soggettive delle normative per l’igiene degli alimenti e della normativa HACCP.
Per ovviare a queste interpretazioni, molte associazioni sono intervenute presso le regioni Emilia Romagna, Marche e Toscana trovando risposte concrete che hanno permesso di trovare soluzioni al tema posto per le aziende aderenti.
Le risposte ottenute metterebbero in evidenza che le normative attuali contengono elementi che tendono alla massima responsabilizzazione dell’imprenditore consentendogli la scelta del sistema da lui ritenuto più consono, e di conseguenza che la scelta di utilizzare o meno confezioni monodose compete esclusivamente all’operatore il quale adotta il sistema di garanzia igienico sanitaria per lui più adeguato.
Alla luce di quanto sopra esposto, si chiede quindi ai Ministri della Salute, delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e per i Beni e le Attività  Culturali quali iniziative intendano intraprendere per far si che le norme a tutela dell’igiene e salubrità  degli alimenti non creino ostacoli alle iniziative tese a garantire il raggiungimento degli obiettivi di diminuzione dei rifiuti attraverso l’eliminazione di una quota significativa d’imballaggio; quali iniziative intendano immediatamente intraprendere per concorrere allo sviluppo di prodotti biologici, locali ed equo/solidali e quali piani intendano mettere in campo per incentivare la diffusione di prodotti a filiera corta, rafforzando il ruolo delle strutture ricettive nella promozione dei prodotti freschi locali per una maggiore soddisfazione del cliente alla ricerca delle produzioni tipiche”.