Oggi, martedì 25 febbraio 2020, in occasione dei vent’anni di attività dell’Associazione, il Consiglio Direttivo di Kyoto Club è stato ricevuto al Quirinale in udienza dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Impossibilitata a partecipare per il blocco nei trasporti causati dal Coronavirus, la Presidente Catia Bastioli, CEO di Novamont e Presidente Terna, della delegazione ricevuta al Colle hanno fatto parte il Direttore scientifico di Kyoto Club, Gianni Silvestrini, i due Vicepresidenti Gianluigi Angelantoni eFrancesco Ferrante, il Direttore esecutivo Sergio Andreis e il Coordinatore del Gruppo di lavoro sulle energie rinnovabili dell’Associazione, Mario Gamberale.
Il Vicepresidente Gianluigi Angelantoni ha espresso gratitudine al Capo dello Stato per la sua costante attenzione alle tematiche relative alla salvaguardia dell’ambiente e della giustizia climatica, ringraziandolo specificamente, per aver firmato, in occasione del Climate Action Summit delle Nazioni Unite tenutosi a New York il 23 settembre 2019, la dichiarazione congiunta con altri 31 Capi di stato e di Governo in cui quella dei cambiamenti climatici viene definita come “la sfida chiave del nostro tempo”.
“Siamo orgogliosi che la nostra intuizione di vent’anni fa – che la questione ambientale non fosse solo un vincolo da rispettare, ma anche una straordinaria occasione economica da cogliere – si stia finalmente affermando nel discorso pubblico. Ma abbiamo bisogno che la politica sia coerente e molto più decisa nel produrre norme che favoriscano davvero l’economia circolare e il green deal, e non si accontentino invece di un po’ di greenwashing”, ha aggiunto il Vicepresidente Francesco Ferrante.
Gianni Silvestrini, Direttore scientifico, ha concluso ““Il Green Deal europeo rappresenta una straordinaria opportunità anche per l’Italia. Bisogna però che la politica dia la giusta priorità alle risposte all’emergenza ambientale, cosa che purtroppo raramente avviene, ma che il Presidente invece non ha mancato di sottolineare in più occasioni. Andrebbe, ad esempio, valutata con attenzione la proposta di una “carbon dividend tax”, applicata con successo all’estero, che consente di ridistribuire le entrate tra tutti i cittadini in modo uguale, in modo che le fasce più deboli ne traggano un vantaggio economico. Insomma, un reddito di cittadinanza ambientale.”