CONFERENZA DELL’ONU SUL CLIMA DI BALI DEL 3 DICEMBRE

SAREBBE GRAVE PER L’ ITALIA PRESENTARSI NON IN REGOLA

Dichiarazione dei senatori Edo Ronchi e Francesco Ferrante (Partito Democratico-L’Ulivo)

Il 3 dicembre inizia a Bali la Conferenza dell’ONU ( COP 13- MOP 3)  per proseguire la trattativa internazionale sulla seconda fase del Protocollo di Kyoto. In tale sede il Compliance comittee, l’organismo responsabile della verifica degli obblighi del protocollo di Kyoto, presenterà  il resoconto delle comunicazioni dei Paesi che hanno ratificato il Protocollo di Kyoto sulle misure ed i loro effetti attuali e previsti.  Da questo resoconto l’Italia potrebbe risultare inadempiente non avendo ancora inviato la sua IV Comunicazione  che doveva essere trasmessa all’inizio dello scorso anno . Se ciò accadesse, sarebbe un costo per la credibilità  del Paese e un indebolimento della capacità  di trattativa dell’Europa in un momento particolarmente delicato.

Dopo aver cercato in varie sedi di sollecitare l’invio di tale IV Comunicazione, ci rivolgiamo con preoccupazione pubblicamente al nostro Governo perché  già  al prossimo Consiglio dei Ministri , se necessario, si risolva tale ritardo inviando subito, senza ulteriori indugi, tale Comunicazione..

Al fine di raggiungere l’obiettivo di riduzione del 6,5% delle nostre emissioni, occorre una revisione della delibera del CIPE n. 123 del 2002 individuando misure aggiuntive  per circa 20 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Tale problema può essere risolto anche tenendo conto delle misure inserite nella legge finanziaria tese a promuovere un più consistente sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili e a rafforzare l’efficienza ed il risparmio  energetico. Tali previsioni sarebbero in linea con le proiezioni presentate nei giorni scorsi dal Commissario europeo all’ambiente Starvos Dimas , che sarà  domani in Italia, le quali  indicano che l’U.E. raggiungerà  l’obiettivo del Protocollo di kyoto entro il 2010 e che segnalano un ritardo recuperabile dell’Italia, della Spagna e della Danimarca: ritardo recuperabile se le misure previste saranno effettivamente attuate e rafforzate tenendo conto che ciò è possibile anche  favorendo lo sviluppo economico. L’UE, infatti, dal 1990 al 2005 ha avuto una crescita economica del 35%  ed ha ridotto le proprie emissioni del gas serra del 2%.