Pubblicato su strisciarossa.it
In questi giorni a Katowice si sta svolgendo la Cop 24 dell’Onu sui cambiamenti climatici. Non sarà purtroppo quella l’occasione in cui potremmo salutare quella svolta a livello internazionale che sarebbe necessaria per affrontare in maniera concreta la drammatica questione dei cambiamenti climatici.
L’obiettivo della conferenza è infatti limitato soltanto a fissare le linee guida con le quali si dovranno aggiornare entro il 2020 i target nazionali fissati a Parigi, e che come è noto non erano sufficienti a raggiungere l’obiettivo fissato dall’ Ipcc di contenere l’aumento della temperatura globale rispetto al livello preindustriale non oltre i 1,5 gradi. Il fatto che Cop 24 non rappresenterà un punto di svolta importante nel percorso che si deve percorrere a livello mondiale non può che essere un altro segnale di allarme, perché il gap esistente tra le insufficienti politiche a livello internazionale, europeo e locale e il drammatico avanzare degli effetti dei cambiamenti climatici ad ogni latitudine non fa altro che allargarsi. È paradossale che proprio quando le innovazioni tecnologiche in ogni campo – dalla produzione di energia col ricorso sempre più fattibile a fonti rinnovabili, alle buone pratiche agricole che possono restituire carbonio al suolo, alla gestione integrata dei rifiuti che consentirebbe un sempre maggior recupero di materia, alla chimica verde che può fare a meno delle fonti fossili – non si riesca a cogliere questa straordinaria occasione per combattere il cambiamento climatico e insieme dare nuova prospettiva di sviluppo nei paesi poveri e in quelli che hanno goduto dei benefici della rivoluzione industriale. Questa forbice che si allarga sempre maggiormente è plasticamente evidente negli Stati Uniti in cui il Presidente Trump è campione dei negazionisti, ma anche nell’Europa che sembra aver smarrito quella sua leadership che aveva mantenuto fin dai tempi del protocollo di Kyoto. E purtroppo l’Italia non fa eccezioni. Anzi, dopo aver subìto negli ultimi anni uno stop nello sviluppo delle energie rinnovabili anche in questa recente manovra di bilancio dell’attuale governo non c’è sostanzialmente nulla che promuova un nuovo modello sviluppo. Ma la variabile tempo gioca contro di noi, se non cambiamo rotta radicalmente e in tempi molto rapidi la nostra generazione sarà quella che avrà perso l’occasione per dare un futuro più solido e stabile a quelle successive. Cop 24 si concluderà tra qualche giorno, ma la battaglia non si fermerà certo con Katowice.