GLI ECODEM DI REALACCI, RONCHI E FERRANTE:SUBITO UN CONFRONTO APERTO SUL PROFILO POLITICO E CULTURALE DEL PARTITO DEMOCRATICO E PER LA LEADERSHIP.

NOI CI SAREMO, PROPONENDO L’AMBIENTE E LA QUALITA’ DELLO SVILUPPO COME TERRENI DI AZIONE PRIORITARI PER UN RIFORMISMO DEL XXI SECOLO

Gli ecodem, la componente ecologista del Partito democratico, auspicano un deciso cambio di passo nel processo costituente del Pd, che veda da oggi al 14 ottobre un confronto aperto e chiaro tra proposte politiche, opzioni per un forte rilancio dello slancio riformista del governo e ipotesi di leadership.

Così in una dichiarazione Ermete Realacci, Edo Ronchi, Francesco Ferrante, Roberto Della Seta, Fabrizio Vigni, Gianni Mattioli, Massimo Scalia, promotori dell’appello degli ambientalisti per il Partito democratico che ha raccolto oltre 3 mila adesioni.

“Tanto più dopo il pessimo risultato elettorale – affermano gli ecodem – s’impone la necessità  di qualificare il prima possibile, da subito e comunque nel modo più esplicito il 14 ottobre, la proposta del Partito democratico agli italiani. Serve un confronto chiaro, aperto, anche competitivo tra visioni e programmi, serve scegliere rapidamente la persona che con la sua faccia, la sua storia, il suo progetto incarni la novità  segnata dal Pd. Le prime reazioni ai risultati elettorali e la stessa conclusione interlocutoria della riunione di ieri del Comitato promotore, non sembrano indicare che di questo ci sia piena consapevolezza, e avanza il rischio che il Pd prima ancora di nascere proietti di sé un’immagine stanca, pigra, grigia. Noi ecodem faremo la nostra parte per ottenere l’indispensabile cambio di passo: vogliamo che i temi ambientali e della qualità  dello sviluppo, a partire dall’impegno per combattere i mutamenti climatici e per aprire anche in Italia, come già  sta avvenendo in Europa, la via di una nuova politica energetica fondata sull’efficienza e sulle fonti rinnovabili, si affermino come uno dei principali terreni di attacco del Pd, di differenza con la destra, d’innovazione rispetto ai vecchi riformismi e all’immobilismo e all’inadeguatezza dei Verdi. Senza l’ambiente e la qualità  dello sviluppo come questioni fondanti, il Partito democratico nascerebbe già  vecchio; senza l’ambiente e la qualità  dello sviluppo come questioni fondanti, anche il cammino del governo perderebbe ulteriore slancio, scivolando sempre di più su un piano inclinato di scontri tra fazioni e personalismi e di perdita di contatto e di comprensione con i bisogni, i desideri, gli interessi degli italiani”.