“L’immigrazione porta nelle casse dello Stato un beneficio che si può quantificare in un miliardo e 400 milioni di euro”. Questo è quanto emerge dalle stime del Dossier statistico immigrazione 2013, il rapporto curato dal Centro Studi Idos e Unar, l’ufficio antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio, presentato oggi a Roma alla presenza del ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge. Secondo i dati, il rapporto tra la spesa pubblica per l’immigrazione, da una parte, e i contributi previdenziali e le tasse pagate dagli immigrati, dall’altra, mostra infatti che, nel 2011 gli introiti dello Stato riconducibili agli immigrati sono stati pari a 13,3 miliardi di euro, mentre le uscite sostenute per loro sono state di 11,9 miliardi, con una differenza in positivo per il sistema-Paese, appunto, di un miliardo e 400 milioni di euro. “I dati presentati oggi dal Dossier statistico immigrazione confermano ancora una volta che gli immigrati in Italia sono una risorsa per la nostra economia – dichiara Francesco Ferrante, vicepresidente della Fondazione IntegrA/Azione – . Quello che maggiormente penalizza le casse dello Stato continuano ad essere politiche per l’immigrazione capaci di tamponare solo le emergenze ma non riescono ad assicurare un insediamento stabile agli immigrati” . Infatti, sempre secondo i dati del dossier, l’Italia sostiene spese di rilevante portata, più che per le politiche di integrazione, per interventi di contrasto all’irregolarità o di gestione dei flussi, in un’ottica emergenziale: è stato speso oltre un miliardo di euro, tra il 2005 e il 2011, per Centri di Identificazione ed Espulsione, Centri di Primo Soccorso e Accoglienza, Centri di Accoglienza, Centri di Accoglienza per Richiedenti asilo e Rifugiati.
Gli stranieri regolarmente presenti in Italia sono 5 milioni e 186 mila, nonostante la crisi, che ha rallentato ma non fermato l’aumento di immigrati nel nostro Paese: dal 2007 a fine 2012 infatti si è passati da quasi 4 milioni ai 5,2 milioni attuali, non solo per l’ingresso di nuovi lavoratori ma anche per via dei nati in Italia e dei ricongiungimenti familiari, presenze che vede prevalere i romani tra le comunità più numerosa, con circa un milione di immigrati. Numeri importanti anche quelli sull’occupazione. Secondo il dossier si conferma l’aumento dell’occupazione immigrata in termini assoluti (2,3 milioni di occupati) e di incidenza percentuale sull’occupazione complessiva (almeno 10%), con una crescente concentrazione nel terziario (62,1%). Le imprese degli stranieri infatti, sono 477.519, il 7,8% del totale nazionale, con un aumento annuale del 5,4%, nonostante il maggior costo degli interessi sui prestiti che si trovano a fronteggiare. Si tratta di attività che producono un valore aggiunto stimato in 7 miliardi di euro, che meriterebbe un maggiore supporto, come sottolinea il Dossier.