“Più che di semplificazione relativa al funzionamento del Sistri sarebbe il caso di parlare di approssimazione, perché il sistema Sistri rispetto all’ultimo rinvio è sostanzialmente rimasto immutato, si riduce solo il campo di applicazione ma combinando un pasticcio perché si escludono i produttori . Non si capisce come un sistema che non funzionava prima, un mancato funzionamento lamentato da tutti gli operatori e certificato appena poche settimane fa dalla commissione voluta dal ministro dell’Ambiente e presieduta da Ronchi, possa funzionare oggi. Peraltro in assenza di interoperabilità , ovvero l’interconnessione fra Sistri e i software gestionali, nessun impianto o trasportatore sarà in grado di utilizzare il sistema, per cui sarebbe necessario un diverso approccio al problema, pena il fallimento”.
Lo dichiarano Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, esponenti di Green Italia, in merito alle decisioni inerenti il Sistri contenute nella bozza del Dl approvato dal Consiglio dei Ministri.
“Il primo ottobre – continuano gli esponenti di Green Italia – inizieranno a utilizzare il sistema solo i gestori e i trasportatori, ma questa partenza scaglionata per attività non tiene conto del processo di filiera: Sistri è pensato partendo dal produttore, quanto aggravio di lavoro si riverserà su trasportatori e destinatari. ”.
“La verità è che con quest’ultimo decreto il governo, cercando un compromesso fra le esigenze di Confindustria e quelle di Finmeccanica, trascura del tutto due verità evidenti: il Sistri così com’è non funzionerà mai, mentre l’Italia ha un bisogno urgente di rendere molto più sicuro, trasparente, efficiente lo smaltimento dei rifiuti oggi gravato da larghissime zone d’ombra e dal peso di interessi illegali e criminali”.