“La bonifica dei fondali inquinati nel porto di Augusta-Priolo non può più aspettare. Occorre superare gli ostacoli burocratici e procedere alla messa in sicurezza della rada, così come indicato dal Ministero dell’Ambiente nella conferenza dei servizi del luglio 2005. Per questo occorre che il Ministro convochi allo stesso tavolo le parti coinvolte perché si proceda senza ulteriori ritardi. La bonifica va fatta senza arrivare alla paralisi delle attività portuali e con sistemi che non contemplino procedure a forte impatto ambientale, escludendo quindi il dragaggio che comporterebbe la spostamento di milioni di tonnellate di fanghi e la rimessa in circolo dei metalli pesanti”.
“Stiamo parlando di un polo chimico, quello di Priolo-Augusta-Melilli, tra i più inquinanti del Paese, dove i danni ambientali e sanitari legati alla produzione sono tristemente noti e ampiamente confermati dalla letteratura scientifica – prosegue Ferrante -. Per decenni tutta la zona industriale del siracusano è stata devastata da una politica industriale dissennata di cui oggi la popolazione sta pagando il prezzo altissimo dato dall’alta incidenza di malformazioni congenite e malattie tumorali”.