Appunti da Doha (4)

Come quasi sempre in questi vertici, di cui questo sembra ahimè il più stanco e depresso, il giorno prima di quello conclusivo sembra tutto sia fermo. Come in attesa del rush finale che porti a un qualche accordo seppur minimo. Le proposte sul tavolo restano quelle di ieri. E di solito è la presidenza del paese ospitante che si adopera per evitare il fallimento totale. In questo caso il Quatar ha dalla sua anche la potenza dei petrodollari (che paradosso utilizzarla in una trattativa sui cambiamento climatici!) che gli permettono di esercitare pressione su Paesi anche insospettabili. Sarà  senz’altro un caso, ma proprio ieri la Quatar Airlines (uno degli “agenti” del soft power espansivo di questo Paese), ha aperto una nuova tratta Doha – Varsavia. E la Polonia, è noto, è l’ostacolo più forte nella ricerca di un accordo su Kyoto 2. Staremo a vedere come finisce nelle prossime ore. Intanto sfruttiamo quest’occasione per parlare di gas dal Paese che ne esporta di più al mondo nella sua forma liquefatta. Ovviamente al centro dell’attenzione è la rivoluzione causata dagli Usa e dal gas fracking. L’autosufficienza nel gas degli Usa Ä— ormai un fatto e persino la loro completa autosufficienza energetica non è più lontanissima. Comprensibile quindi che il Quatar guardi con la preoccupazione de concorrente al dibattito in corso negli Usa tra chi, l’industria manifatturiera, vorrebbe usare tutto il proprio gas per abbattere i costi interni e chi, l’industria estrattiva soprattuto, ma sembra ora che questa possa essere la scelta di Obama, di puntare sull’export e migliorare bilancia pagamenti. Certo è che la questione ha già  rivoluzionato il prezzo del gas nel mondo e che finalmente i suoi effetti benefici arrivano anche in Italia. Attenti a queste cifre: nell’anno termico 1/10/2011-30/9/2012 il prezzo medio dell’elettricità  in borsa (il PUN) è stato 79‚¬/MWh. Negli ottimi due mesi invece solo grazie al fatto che il prezzo del gas è calato di 7 cent, il prezzo medio è calato a 65‚¬/MWh . Un risparmio su base annua di oltre 4 miliardi di euro per le nostre bollette. Così, senza far niente, solo liberando il mercato da anacronistici monopoli abbiamo recuperato la metà  delle risorse impiegate sui tanto vituperati (e invece utilissimi) incentivi per le rinnovabili. Meditate, meditate gente.