Terremoto: sentenza L’Aquila solleva dubbi, scienziati non sono indovini

“La sentenza dell’Aquila che ha condannato a sei anni i componenti della Commissione Grandi Rischi perché non avrebbero dato sufficiente importanza allo sciame sismico che precedette il grande terremoto dell’aprile 2009, solleva molti dubbi e ha già  prodotto un effetto negativo con le dimissioni degli attuali memnbri della commissione, a cominciare dal presidente Maiani. E’ una decisione che sembra chiedere alla scienza ciò che la scienza, a oggi, purtroppo non può dare: i sismologi come tutti gli scienziati non sono indovini, e non esiste caso al mondo nel quale una città  sia stata evacuata in previsione di un terremoto”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, per i quali “il pericolo molto concreto, d’ora in avanti, è di intimorire chiunque, da tecnico, sia chiamato a collaborare con le istituzioni nel campo difficile e delicato della prevenzione anti-sismica”.
“L’Italia – proseguono i due senatori ecodem – è un Paese ad alto rischio sismico ma dove gran parte delle case e delle infrastrutture sono costruite senza criteri che le rendano resistenti ai terremoti: questa la vera sfida da raccogliere per la scienza, prima ancora per la politica, per la stessa magistratura che ha il dovere di vigilare su abusi e inadempienze: in questo senso, lo diciamo con il massimo rispetto per i giudici dell’Aquila, la sentenza di ieri crea solo confusione”.