Inquinamento atmosferico: il governo emani subito il decreto sui filtri anti-particolato (FAP)

Il 2006 è stato un annus horribilis per l’inquinamento atmosferico urbano, con 206 giorni di superamento dei limiti a Palermo, 183 a Verona, 162 a Torino, 159 a Padova, 156 a Venezia, 152 a Milano e 125 a Roma (da gennaio all’inizio di dicembre). E’ inquietante il quadro che emerge dai dati delle centraline di rilevamento delle polveri sottili nelle maggiori città  italiane. E in prima fila sul banco degli imputati ci sono i 35 milioni di automobili circolanti in Italia.

“Una situazione grave che non può più essere ignorata e richiede provvedimenti strutturali in grado di ridurre l’impatto devastante del traffico sulla salute dei cittadini, a cominciare dalla definizione di serie politiche di limitazione dell’uso dell’auto privata nelle città  e dal potenziamento del trasporto pubblico. Ma un contributo positivo può venire anche dalle tecnologie esistenti: per questo il Governo deve emanare al più presto il decreto sull’omologazione dei filtri antiparticolato (FAP) per gli autoveicoli, un provvedimento già  scritto, ma ancora nel cassetto”.

E’ quanto chiede il senatore e capogruppo dell’Ulivo in Commissione Ambiente Francesco Ferrante in un’interrogazione parlamentare al ministro dei Trasporti Bianchi , della Salute Turco e dell’Ambiente Pecoraro Scanio.
I dati sul PM10, aggiornati al 4 dicembre scorso ed elaborati da Legambiente, riportano un numero impressionante di superamenti giornalieri della soglia consentita dalla legge che fissa, dal 2005, il valore limite medio giornaliero per le polveri sottili a 50 μg/mc, che può essere superato al massimo per 35 giorni all’anno. Secondo il rapporto della Commissione Nazionale Inquinamento Atmosferico del Ministero dell’Ambiente, nelle grandi città  il traffico contribuisce per il 70% delle emissioni di PM10. La seconda fonte è il riscaldamento, che varia da un contributo del 26% al nord all’8% al sud.
I filtri antiparticolato sono dispositivi in grado di abbattere del 90% le emissioni di polveri sottili dei motori diesel e sono già  adottati con successo in diversi paesi europei.

“Non si capisce l’assurdo e incomprensibile iter procedurale attivato dalla Circolare del Ministero dei Trasporti, n° 2380MOT2/B, che considera questi dispositivi come un silenziatore sostitutivo limitandone l’uso agli autobus di tipo urbano, suburbano ed interurbano euro 0, 1 e 2 – conclude Ferrante – . Ragione per cui, a oggi, nel nostro Paese non possono essere installati alle successive motorizzazioni e ai veicoli commerciali”.
 
 

L’ufficio stampa – 349 5768894