“L’esclusione delle fonti assimilate dai contributi economici dei Certificati Verdi (ex CIP6) è un ottimo risultato, che mette fine a un’anomalia tutta italiana: unico in Europa, il nostro Paese dal 1992 includeva tra le fonti di energia rinnovabile anche i rifiuti non biodegradabili bruciati nei termovalorizzatori e il carbone e il gas prodotti dai residui di raffineria”.
“Finalmente gli incentivi andranno solo a coloro che producono davvero energie pulite, così come previsto dalle direttive UE – conclude Ferrante -. E’ stata una battaglia impegnativa, ma possiamo dire di avercela fatta”.
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