Roma: Alemanno prepara nuovo sacco

“Cemento su 2300 ettari di terreni agricoli”

“A Roma Alemanno si prepara a ricoprire di cemento un bel pezzo di agro romano al solo scopo di ingraziarsi qualche piccolo o grande palazzinaro, con gravissimo danno ambientale e senza nessun beneficio sociale. Il Comune di Roma sta preparando infatti una mega-variante al piano regolatore, approvato meno di cinque anni fa, per rendere edificabili  oltre  2300 ettari  di aree quasi tutte agricole o a verde, spesso adiacenti a parchi e riserve – dalla Marcigliana a Veio, dall’Appia Antica alla Riserva del Litorale -, su cui verrebbero realizzate cubature per almeno 20 milioni di metri cubi e quasi 200 mila nuove stanze”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che hanno presentato in merito un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali.
“La delibera relativa – continuano i senatori del Pd –  potrebbe vedere la luce già  prima della prossima estate. Ciò che si rischia è un ennesimo ‘sacco’ di Roma e un’ulteriore crescita della città  a macchia d’olio, fuori da ogni criterio di qualità  urbanistica. Un ‘sacco’ giustificato questa volta con l’esigenza di compensare i grandi immobiliaristi per le mancate edificazioni in aree della città  sottoposte a tutela: solo che le compensazioni non avvengono a parità  di cubatura ma di valore immobiliare, il che significa in concreto che il cemento ‘in compensazione’ sarebbe molto di più del cemento ‘evitato’. Discutibile è anche la motivazione sociale avanzata dal sindaco per questa incombente ondata di nuove costruzioni: dice Alemanno che servirà  a soddisfare il fabbisogno abitativo della città . Ma a Roma, si calcola, esistono 250 mila case sfitte e inutilizzate che con scelte adeguate potrebbero contribuire a dare alla capitale un vero e socialmente accessibile mercato degli affitti, e che mentre si vorrebbe ricoprire di cemento la campagna romana intanto restano fermi i 35 piani di zona per l’edilizia residenziale pubblica già  approvati.
Per ogni grande metropoli  il territorio non ancora cementificato è un prezioso bene comune da salvaguardare, e gli interventi urbanistici vanno concentrati sulla città  già  costruita. Avviene così in tutte le grandi città  europee, da Parigi a Londra a Berlino,
Roma invece – concludono i parlamentari del Pd –  a causa delle scelte scellerate di Alemanno, si allontana sempre più dall’Europa e rischia di cementificare una superficie pari a quindici volte l’intero spazio occupato da Villa Pamphili”.