“L’ottima analisi di Legambiente basata sui dati dell’Autorità per l’elettricità e il gas è la conferma inequivocabile che il caro bolletta per gli italiani è imputabile senza se e senza ma al costo delle fonti fossili, e il tentativo di mettere sul banco degli imputati i costi delle rinnovabili è una bufala clamorosa”. Lo dice il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, che continua – “Secondo i dati dell´Autorità per l´energia analizzati da Legambiente la spesa degli italiani per i loro consumi elettrici è praticamente in costante crescita dal 2002, in perfetta simbiosi con l’andamento del prezzo del petrolio, al quale è sostanzialmente agganciato quello del gas.
L’aumento di più della metà nel corso degli ultimi dieci anni della bolletta media, passata da 338 euro nel 2002 a 515 nel 2012 è dovuto in larghissima parte alla dipendenza nella produzione di energia da fonti fossili che l’Italia importa dall’estero, con tutte le ben note dinamiche speculative che ruotano intorno al prezzo del greggio.
L’aumento del costo del petrolio si è tradotto in un aggravio di 187,36 euro in più a famiglia, una cifra che dal 2002 ad oggi si è quasi raddoppiata.
Solo in percentuale minore, e solo negli ultimissimi anni, le fonti rinnovabili influenzano il costo della bolletta, compensato per di più dalla riduzione, ancora migliorabile, dei costi di dispacciamento. Affermare che sia il costo del petrolio la zavorra delle bollette energetiche italiane è probabilmente lapalissiano, ma – conclude Ferrante – è un esercizio che si è reso necessario dopo l’incredibile campagna mistificatrice che negli ultimi tempi ha messo nel mirino le rinnovabili.”