“L’ennesimo suicidio avvenuto nelle carceri italiane, il decimo in 90 giorni, ripropone con forza la situazione drammatica degli istituti di pena nel nostro Paese, e le relative condizioni in cui vivono i reclusi e lavorano gli operatori. Non facciamoci distrarre da arditi progetti di carceri in project financing, ma affrontiamo con coscienza la strada percorribile e inevitabile del ricorso alle pene alternative e a forme di amnistia”. Lo dice il senatore del Pd Francesco Ferrante, in merito al suicidio di un ragazzo 21enne, rinchiuso nel carcere di San Vittore, che si è tolto la vita impiccandosi.
“L’auspicio è che questo Governo – continua Ferrante – si dimostri più attento del precedente alla portata della strage silenziosa che si aggiorna drammaticamente tra le mura delle carceri italiane: dal 2000 al 20 febbraio 2012, secondo i dati dell’associazione Ristretti Orizzonti, sono 702 i suicidi dei detenuti, oltre a quelli del personale di guardia, che ha visto solo nelle ultime 48 ore due guardie carcerarie togliersi la vita. Mi auguro che la mia ventesima interrogazione della legislatura sulla situazione descritta riceva finalmente risposta dal Ministro Severino, cui chiedo di riferire sulla reale consistenza del fenomeno delle morti in carcere e nei CIE in modo che possano essere concretamente distinti i suicidi dalle morti per cause naturali e da quelle, invece, avvenute per cause sospette. Chiedo anche al Ministro – conclude Ferrante – se non ritiene ormai indispensabile e urgente ricorrere a forme di pene alternative e di amnistia per garantire un’immediata riduzione dell’affollamento delle carceri italiane, ormai al collasso.”