FS, prima i pendolari

In questi ultimi giorni molto si parla di ferrovie. Finalmente. Finalmente per due motivi: la qualità  di un Paese si misura molto sui servizi di trasporto offerti ai suoi cittadini e perché solo investendo e potenziando la rete ferroviaria saremo in grado, allo stesso tempo, di modificare in senso ambientalmente sostenibile il sistema di trasporto, come ci costringono a fare i mutamenti climatici in atto, e di realizzare servizi moderni ed efficienti per spostare merci e persone.  Se ne è parlato molto perché i nuovi vertici delle Ferrovie hanno svelato la vera entità  del buco (6,1 miliardi di euro) lasciato in eredità  dalle precedenti gestioni, perché sono stati proposti aumenti tariffari e perché si continuano a leggere le cronache di ordinari disservizi per i pendolari. Per cercare di affrontare un problema così grave, e importante per il nostro futuro, le tre cose vanno tenute insieme. Se è vero l’assunto che per modernizzare  e incivilire il nostro Paese è obbligatorio migliorare lo stato dei trasporti su ferro su tutto il territorio, dai valichi alpini alla Sicilia, ineludibile diventa il nodo delle risorse da destinare allo scopo. In questi giorni siamo alle prese con una Finanziaria di risanamento e quindi forse non molto si poteva fare di più, oltre ad evitare tagli che avrebbero avuto conseguenze disastrose in una situazione così fragile ma mi pare evidente che quando si parla di “fase 2” o comunque di rilancio dell’azione di Governo in senso modernizzante non si potrà  evitare di discutere concretamente su come trovare i fondi necessari alle Ferrovie. Intanto però non è ragionevole contestare gli aumenti del costo dei biglietti proposti, specie perché verrebbero applicati su quei treni – gli Eurostar – dove lo stato dei servizi offerti è accettabile e  verrebbero invece giustamente risparmiati i treni dei pendolari. Il prezzo al Km dei nostri treni è su una media di 3,3 euro mentre è di 7,2 in Germania e di 10,8 in Francia. Inoltre i dati degli aumenti dei trasporti in Italia ci dicono che sono proprio i treni a non averne subiti: lo 0% per quanto riguarda i treni nazionali e solo il 2,21% per quanto riguarda i treni regionali. I trasporti urbani, tanto per fare degli esempi, hanno subito un aumento del 11,4%, i taxi del 8,0%, i trasporti aerei del 44%, i trasporti marittimi del 38,5%. Certo insieme agli aumenti va garantito agli utenti il facile accesso ai rimborsi in caso di ritardi.

E insieme all’aumento delle tariffe va soprattutto chiarito che la  priorità  nel destinare le nuove auspicabili risorse che affluiranno al sistema – oltre al rafforzamento della rete infrastrutturale al Sud come già  previsto in Finanziaria – deve essere la soluzione dei problemi connessi agli assi di penetrazione e insieme ai bypass delle grandi città  con un impegno per un miglioramento straordinario dei treni per i pendolari.  Da questo punto di vista bisognerà  concentrare gli sforzi sulla rete che usano 1.600.000 cittadini che quotidianamente prendono il treno per recarsi a lavoro o a scuola,  nelle università  e che percorrono in media 42 chilometri  principalmente da e verso i grandi centri urbani del Paese, a fronte dei 200.000 che usano treni a lunga percorrenza. Anche per questo era folle la scelta del Governo Berlusconi e della legge obiettivo di pensare solo alle lunghe tratte e di trascurare quella parte della rete ferroviaria le cui mancanze si ripercuotono inevitabilmente sull’esercito di viaggiatori. Le cronache giornaliere ci raccontano di ritardi, problemi di sicurezza (un intero parco rotabile vecchio in media di 20 anni), mancanza di servizi igienici, mancanza di treni, problemi strutturali della rete ferroviaria. Da anni i pendolari in Italia vengono descritti nelle più svariate maniere eroi, matti, frustrati, depressi, spericolati, stressati e ritardatari perenni.

E’ per questo che Legambiente sta organizzando un’iniziativa straordinaria di mobilitazione dei comitati di pendolari che si concluderà  sabato 25 con un’assemblea a Bologna: nuove risorse per rendere degni di un  paese civile i treni per i nostri cittadini pendolari, investimenti per promuovere il trasporto su ferro diminuendo drasticamente il ricorso a quello su gomma per persone e merci. Questo è il futuro su cui impegnarsi.