Cultura: clamoroso conflitto di interessi per Carandini

“Il presidente del Consiglio superiore dei beni culturali è tra i proprietari del  Castello Torre in Pietra, che tra l’altro è privato e non accessibile”.

“Chiediamo al ministro della Cultura Ornaghi se ritiene opportuno che il Consiglio Superiore per i Beni Culturali versi un contributo di 288.973 euro ai proprietari del Castello di Torre in Pietra, tra i quali il presidente del medesimo Consiglio, il professor Andrea Carandini. A nostro giudizio si tratta di una storia di ordinario conflitto di interessi e un clamoroso autofinanziamento con soldi pubblici,  che deve essere al più presto risolto”.
Lo dicono i senatori ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che hanno presentato in merito un’interrogazione parlamentare al Ministro dei Beni culturali.
“Secondo quanto riportato dal settimanale l’Espresso e il quotidiano il Fatto- continuano i due senatori del Pd –  il Castello di Torre in Pietra avrebbe beneficiato di un considerevole contributo pubblico, ai sensi dell’articolo 38 del Codice dei Beni Culturali, in ragione del suo incontestabile valore artistico e architettonico. Lo stesso articolo 38 stabilisce però che i beni finanziati siano accessibili al pubblico secondo orari e modalità  prefissati, mentre il Castello di Torre in Pietra non è visitabile, e come si evince dal sito internet la visita non è prevista mentre è possibile affittare per eventi privati i locali del Castello, ben noto alle cronache rosa per aver ospitato alcuni sontuosi  matrimoni di noti personaggi pubblici”
“Chiediamo al Ministro Ornaghi – concludono i parlamentari del Pd-  se non ritenga opportuno intervenire per sospendere l’autofinanziamento del professor Carandini, sino a quando il Castello di Torre in Pietra non venga reso accessibile alle visite culturali e non sia esclusivamente una residenza privata adibita a location di eventi privati a pagamento”.