Presentata oggi un’interrogazione parlamentare
dai senatori Ferrante, Ronchi (Ulivo) e De Pretis (Verdi)
“Cosa intende fare il Governo riguardo alla nuova normativa europea, il c.d. REACH, sulla regolamentazione delle sostanze chimiche? Intende, o no, modificare la posizione del precedente governo di non introdurre l’obbligo di sostituzione delle sostanze ad alto rischio con alternative più sicure? Quali iniziative ha intrapreso la delegazione italiana in seno al Consiglio Europeo per sostenere gli sforzi della presidenza finlandese di raggiungere un accordo con il Parlamento, che ha dimostrato di essere il più attento alle richieste di sicurezza che vengono dai cittadini dell’Unione”?
E’ quanto chiedono i senatori dell’Ulivo, Francesco Ferrante ed Edo Ronchi, e la senatrice dei Verdi Loredana De Petris in un’interrogazione parlamentare presentata oggi ai ministri Bersani, Pecoraro Scanio e Turco.
Il REACH (Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals) è la normativa più importante sul piano industriale ed ambientale che l’Unione Europea abbia mai affrontato: sostituirà con un regolamento e una direttiva i quaranta diversi atti legislativi in vigore, facendo chiarezza sul fronte legislativo e rafforzando la tutela dell’ambiente e della salute umana dei cittadini europei, considerando che a tutt’oggi non si conoscono i dati fondamentali sull’impatto sanitario e ambientale di circa il 90% dei composti chimici in commercio. Dovrebbe portare infatti a identificare ed eliminare gradualmente le sostanze chimiche più dannose attraverso la loro registrazione, valutazione e autorizzazione, introducendo l’obbligo di sostituire quelle a più alto rischio con alternative più sicure, stimolando anche la capacità di innovazione dell’industria chimica europea.
“L’iter legislativo del REACH è giunto ormai alle fasi decisive – concludono i tre senatori –. Auspichiamo quindi che l’esecutivo esprima un chiaro e incondizionato sostegno alla normativa e non subisca il pressing delle lobby industriali che sino a oggi in tutta Europa hanno cercato con ogni mezzo di indebolire il provvedimento. Occorre impegnarsi perché questa sia l’occasione giusta per stimolare il nostro sistema industriale sulla strada dell’innovazione, l’unica che può garantire all’Italia un ruolo nel mercato internazionale ”.
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