Liberalizzazioni: sull’acqua si rispetti il referendum

“Serve più mercato in diversi settori economici, ma questo è un bene comune”.

“L’Italia ha bisogno di liberalizzare molti settori economici oggi prigionieri di ristrette corporazioni, ma il Governo eviti l’errore di confondere questo obiettivo sacrosanto con norme che, contraddicendo il risultato dei referendum di giugno, impongano ai comuni di privatizzare in tutto o in parte la gestione dei servizi idrici”. Lo dicono i senatori Ecodem Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, intervenendo sull’imminente ‘decreto liberalizzazioni’ dell’Esecutivo.
“Trenta milioni di italiani – continuano i senatori del Pd –  hanno detto con chiarezza che l’acqua  non è una merce, ma un bene comune da amministrare secondo criteri rigorosamente pubblici. Questa posizione così largamente maggioritaria va rispettata, chiarendo fuori da ogni possibile dubbio interpretativo che i servizi idrici sono fuori dai servizi pubblici locali cosiddetti di rilevante interesse economico. In questo campo – concludono i due senatori del Pd – ciò che serve è piuttosto una vera, indipendente, autorità  di controllo nazionale chiamata a garantire che l’acqua venga gestita secondo criteri ambientalmente sostenibili, combattendo gli sprechi e penalizzando i consumi più alti, e socialmente equi”.