Clima: aderire ad appello Kyoto Club contro scelta Canada

“E’ molto grave la scelta del governo canadese di uscire dal Protocollo di Kyoto per non adempiere gli impegni sugli obiettivi di riduzione di CO2 e sui fondi da destinare ai Paesi in via di sviluppo. Il Premier Harper si è irresponsabilmente piegato ai voleri delle lobby delle fonti fossili, in particolare di quelle che operano nello sfruttamento delle sabbie bituminose, e dunque auspico che il governo canadese, in considerazione del grande disappunto provocato a livello mondiale, abbia un ripensamento su una decisione che nuoce al Paese nordamericano ed al futuro del pianeta”. Lo dice il senatore del Pd Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto club, che promuove l’appello contro la decisione del Canada di rinunciare agli accordi del 1997, proponendo a cittadini ed associazioni di scrivere all’Ambasciata del Canada (rome-gr@international.gc.ca ) per esprimere il proprio dissenso.
“Il governo di centrodestra canadese – aggiunge Ferrante –  si è sfilato dal protocollo di Kyoto quando si stava per abbattere su di esso la scure dei circa 14 miliardi di dollari di penalità , inevitabile conseguenza della sua inazione degli ultimi anni, in cui anzi ha intensificato lo sfruttamento delle sabbie bituminose, in contrasto anche con larga parte delle forze politiche e dei cittadini canadesi. Il governo ha sì ha promesso di ridurre entro il 2020 del 17% le emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 2005, ma lo strappo è clamoroso perché è sostanzialmente il venir meno di un obbligo internazionale. Tuttavia – conclude Ferrante –  occorre sottolineare che la recente conferenza di Durban ha raggiunto buoni risultati, perché dà  all’ Europa, e dunque anche all’Italia,  la possibilità  di costituire, con le grandi economie emergenti la base  per lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie in grado di combinare  la crescita economica e la riduzione delle emissioni