In Italia i responsabili dei reati ambientali sono soggetti solo a sanzioni pecuniarie. Nel nostro paese i reati contro l’ambiente sono sostanzialmente crimini senza castigo, sebbene il numero delle violazioni in materia di tutela ambientale, salute e sicurezza , e’ pari a circa uno ogni 43 minuti .
Con lo schema di Decreto approvato dal Governo sulla tutela penale dell’ambiente che recepisce la Legge Comunitaria 2009 purtroppo la situazione non muterà molto: sembra che l’unico obiettivo del Governo sia quello di evitare di incorrere nell’ennesima procedura di infrazione europea, ma evitando, allo stesso tempo, di stabilire le giuste pene per chi si macchia di reati gravi che colpiscono l’ambiente e i cittadini”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.
“In Commissione il Pd – continuano i senatori – avanzerà la proposta di inserire nel Codice penale, con l’aggiunta di uno specifico Titolo, i ‘delitti contro l’ambiente’, ponendo rimedio alla situazione attuale di norme ambientali sparse in troppi testi diversi. Un intero Titolo, quindi, che possa disciplinare con pene efficaci, proporzionate e dissuasive – come ci chiede l’Europa – alcune fattispecie specifiche, come ad esempio il disastro ambientale, il traffico illecito di rifiuti e il danno ambientale e il pericolo per l’incolumità pubblica, come d’altronde era previsto nel ddl che da ormai tre legislature continuiamo a ripresentare. In Italia, se il decreto rimanesse quello approvato dal Governo i reati ambientali continuerebbero ad essere considerati di serie B: per il furto di una mela si va in galera, mentre gli eco mafiosi resteranno impuniti. Il nostro patrimonio ambientale rimane alla mercé dei criminali ambientali che, come raccontano bene le inchieste delle forze dell’ordine, sanno benissimo che in questo campo si rischia poco, praticamente nulla”.
“Un decreto così debole come quello messo a punto dal Governo farebbe un regalo enorme all’ecomafia e agli inquinatori senza scrupoli, graziati anche dal processo breve, un vero e proprio colpo di spugna che annullerebbe i principali processi per crimini ambientali in Italia” – concludono i parlamentari del Pd.