“Dai grandi consumatori di energia bufale a ripetizione per affossare le rinnovabili. Il Governo non sia complice di queste bugie ed emani rapidamente il decreto con i nuovi incentivi per il fotovoltaico, per rispettare l’impegno preso con gli operatori all’indomani della scellerata e improvvida approvazione del decreto del 3 marzo e per ridare certezza a uno dei pochi settori che in questi ultimi anni ha garantito sviluppo e occupazione.”
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici.
“Sui costi delle rinnovabili – spiega Ferrante – sono stati fatti a circolare ad arte dati falsi e tendenziosi: nelle scorse settimane il Governo aveva addirittura diffuso cifre improbabili quali i 10-20 miliardi euro che cittadini e imprese sborserebbero per sostenere le energie rinnovabili, dimenticando i 40-50 miliardi che sono stati davvero regalati negli ultimi 10 anni a petrolieri e produttori di energia elettrica da fonti fossili con il famigerato CIP6, o i circa 2 miliardi che spendiamo a causa del mancato collegamento elettrico tra Calabria e Sicilia e per i contratti che prevedono la cosiddetta ‘interrompibilità ’ a favore dei grandi consumatori di energia.
Nei giorni scorsi – continua Ferrante – le associazioni di categoria di questi soggetti hanno addirittura pubblicato una pagina sul quotidiano di Confindustria per lamentarsi dell’alto costo dell’energia che dovrebbero sostenere e per imputarlo alle rinnovabili, esortando il Governo ridurre drasticamente gli incentivi.
Peccato però che l’assunto da cui partono non è vero.
Nel confronto con i loro concorrenti europei, infatti, l’unico settore che ha motivo reale di lamentela sono le piccole imprese che consumano relativamente poca energia elettrica e che la pagano circa il 20% in più della media europea e circa il 5% in più dei tedeschi; i cittadini pagano il 15% in più degli europei, ma il 15% in meno dei tedeschi; mentre invece i grandi consumatori pagano addirittura il 10% in meno dei loro colleghi tedeschi. E considerando che in Germania il costo sostenuto per sostenere le rinnovabili è di oltre 9 miliardi (oltre 3 volte il dato italiano) appare evidente come le due cose – costo complessivo dell’energia e incentivi alle rinnovabili – non sono affatto collegabili”.
“E’ quindi il caso di smetterla con i dati falsi e fuorvianti.
Non si fissi alcun limite di potenza annuale e la necessaria riduzione delle tariffe incentivanti sia graduale e sostenibile sul modello tedesco” – conclude Ferrante.