“Il ministro La Russa ha dichiarato che la Difesa ha messo a disposizione
13 siti in ogni parte del territorio nazionale, per un totale di circa
4.600 ettari, per l’accoglienza, soprattutto di profughi, provenienti dal
Nord Africa.
Non si capisce allora quali sono i motivi che hanno spinto il Viminale e
Palazzo Chigi a scegliere contro il parere delle amministrazioni locali il
‘villaggio della solidarietà ’ di Mineo, una cittadella di 25 ettari,
stipulando con la ditta Pizzarotti di Parma, costruttrice e proprietaria
del Villaggio, un accordo dal costo tenuto segreto.
Chiediamo al Ministro Maroni di rendere pubbliche le motivazioni, le
modalità e il costo complessivo di questo accordo.”
Lo dichiarano i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta,
che hanno presentato al ministro dell’Interno un’interrogazione
parlamentare.
“Il villaggio di Mineo fino al 2010 – continuano i senatori – era abitato
dalle famiglie dei soldati americani di stanza alla base di Sigonella, e
con l’amministrazione americana la Pizzarotti aveva stipulato un contratto
decennale del valore di 8,5 milioni di dollari l’anno con scadenza 31
marzo, rescisso il 26 gennaio dall’esercito Usa.
Sembrerebbe che sia seguita poi un’affannosa ricerca della Pizzarotti di un
nuovo affittuario, conclusasi con l’accordo col Viminale e Palazzo Chigi.
Al Comune toccherà così rinunciare a 130mila euro di Ici versati ogni anno
dalla Pizzarotti, perché la requisizione da parte dello Stato comporta la
perdita di possesso del proprietario, che quindi è esonerato dal versamento
dell’imposta”.
“La vicenda del villaggio di Mineo – concludono i parlamentari – è
purtroppo solo un altro aspetto del fallimento della vergognosa politica
anti profughi portata avanti da questo Governo, che nega ai migranti una
accoglienza degna di un Paese civile come il nostro.”
Roma 24 marzo 2011