Abbiamo inviato dossier impatto plastica su mare a Ministero Ambiente

“L’Italia, col divieto entrato finalmente in vigore il primo gennaio di quest’anno di commercializzare gli shopper in plastica non riciclabile, una  ‘battaglia’ iniziata nel 2007 col Governo Prodi con un mio emendamento inserito nella finanziaria di allora, si pone una volta tanto all’avanguardia in Europa. Il divieto consente all’Italia di svolgere un ruolo di battistrada in Europa. La decisione è stata presa per porre fine ad un tipo di inquinamento particolarmente pervasivo e permanente, solo il 27% dei sacchetti di plastica a fine vita sono intercettati dalla corretta gestione dei rifiuti, la stragrande maggioranza finisce abbandonata in mari, fiumi e terreni agricoli. I sacchetti di plastica prodotti con il petrolio, rappresentano la causa di avvelenamento del terreno e della morte di una gran quantità  di animali marini, come dimostra in maniera chiara lo studio presentato oggi”. Lo dice il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, che ha presentato stamane lo studio ‘L’impatto della plastica e dei sacchetti sull’ambiente marino’, realizzato da Arpa Toscana e dalla struttura oceanografica Daphne di Arpa Emilia Romagna, su richiesta di Legambiente.
“Abbiamo preannunciato al ministero dell’Ambiente – prosegue Ferrante – che invieremo loro questo dossier, che siamo certi si dimostrerà  uno strumento efficacissimo da  utilizzare nella risposta che l’ Unione europea sarà  tenuta a dare in seguito al ricorso presentato dalla  lobby della vecchia  plastica, che tenta ancora di opporsi all’evidenza dei fatti. Ricorso – aggiunge Ferrante –  che rischia probabilmente di essere un boomerang, perché la vecchia industria della plastica europea teme l’esempio italiano, e l’orientamento favorevole della Commissione preannuncia la pietra tombale per i sacchetti di plastica non biodegradabile in tutta Europa. Il nostro Paese – conclude Ferrante –  sarebbe dunque così a pieno titolo l’assoluto precursore di un radicale cambio di abitudini e stile di vita, tutto a favore del nostro ambiente”.