Nucleare: in Umbria previsto sito scorie. Cittadini votino sì al referendum abrogativo

“All’ormai prossimo referendum di giugno indetto per votare l’abrogazione della legge che prevede la realizzazione in Italia di centrali nucleari voterò si. E ritengo che debbano votare si anche tutti i cittadini umbri che non vogliono correre il rischio di trovarsi a poca distanza da casa un deposito di scorie nucleari, come previsto da un documento che la Sogin ha fornito al Ministero dello Sviluppo economico.”
Lo dichiara il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd delle politiche relative ai cambiamenti climatici, intervenuto oggi a Perugia alla presentazione del comitato umbro ‘Vota Si per fermare il nucleare’.
“Come ha confermato il Governo stesso, rispondendo ad una interrogazione che ho presentato col collega Della Seta, la Sogin ha stilato un documento che contiene un elenco dei siti potenzialmente idonei ad ospitare il deposito di scorie nucleari. La lista è tenuta ancora segreta, ma tra i 55 siti papabili compare anche il territorio umbro,verosimilmente nella zona ai confini col Lazio, considerata anche tra quelle idonee ad ospitare una centrale atomica. I cittadini – continua Ferrante – dovrebbero opporsi con lo strumento del referendum al ritorno del nucleare perché, oltre ad essere potenzialmente molto pericoloso dal punto di vista della sicurezza, non risolverebbe assolutamente i problemi energetici del Paese. Per riuscire a rendere competitivo il chilowattora nucleare, lo Stato deve finanziare alcuni miliardi di euro a reattore, pagati dai contribuenti. E per costruire una centrale nucleare in Italia i tempi sono nell’ordine di circa una decina di anni, mentre i costi di realizzazione di un sito di stoccaggio definitivo delle scorie sono di circa 10 miliardi di euro e lo smantellamento a fine esercizio è circa 1 miliardo di euro a reattore. L’esempio lampante dei costi ci arriva dalla Finlandia, dove un reattore EPR (la stessa tecnologia proposta per l’Italia) previsto per il 2009 non partirà  – se partirà  – prima del 2013, e i costi sono quasi raddoppiati, raggiunti i 6 miliardi di euro, a cantiere ancora aperto.”
“Sono certo – conclude Ferrante –  che i cittadini umbri non si faranno influenzare dalla pubblicità  fintamente neutrale con cui il Forum Nucleare, un cartello di industrie pro nucleari, ha invaso i mezzi di comunicazione, ma voteranno si al referendum abrogativo che fermerà  il salto all’indietro che il Governo vorrebbe far compiere al Paese.”