Energia: Governo metta in cima ad agenda efficienza e rinnovabili

“Tra le misure che il Governo deve mettere in cima all’agenda non ci siano solo quelle indispensabili per la riduzione del debito pubblico, ma anche quelle adatte a rilanciare finalmente una politica industriale degna di questo nome e che abbia tra i suoi perni la green economy e l’efficienza energetica, per esempio il bonus fiscale del 55%. Si tratta di una delle poche misure anticicliche di questi ultimi anni: in quattro anni di operatività  ha premiato più di 1 milione di lavori finalizzati a contenere i consumi di energia degli immobili e ha generato interventi pari a 11 miliardi di euro”. Lo ha detto il senatore del Pd e vicepresidente di Kyoto Club, Francesco Ferrante, concludendo stamane il convegno “L’Italia alla sfida del clima” promosso da Legambiente e AzzeroCO2.
“L’efficienza energetica – ha continuato Ferrante – è un’architrave della politica industriale perché, oltre a muovere un settore che negli ultimi anni ha generato a regime un saldo positivo per il sistema Paese pari a 9.051 milioni di euro, è indispensabile per liberare l’Italia dal giogo della dipendenza energetica dall’estero. I recenti provvedimenti dell’Autorità  per l’energia elettrica e il gas che hanno innovato le regole riguardanti i certificati bianchi  vanno nella direzione giusta, ma sono ancora troppo timidi  in assenza di una ‘politica’ di governo e degli strumenti attuativi su rinnovabili, elettriche e termiche e sull’efficienza energetica che il governo Berlusconi non è stato in grado di emanare. Serve quindi un deciso cambio di passo  dal nuovo governo –  ­ ha proseguito Ferrante – che riveda gli obiettivi su efficienza e rinnovabili, troppo prudenti, e si doti degli strumenti normativi efficaci per raggiungerli e allinearsi alle esperienze europee più avanzate.
Insomma, se è lecito aspettarsi dalle imprese italiane della green economy un ‘miracolo italiano’ come nel caso del fotovoltaico che ha di gran lunga superato le attese, per il comparto  è necessario però anche un governo che metta in campo una politica industriale adeguata, e che faccia – conclude Ferrante –  quello che il governo Berlusconi colpevolmente non ha fatto, non inserendo il bonus del 55% nel Dl sviluppo e rimandando appunto alle calende greche i decreti attuativi sulle rinnovabili.”